Alberghi, sì ai prezzi più bassi dei portali. Zambonelli: «Ora pronti ad offrire vantaggi»

L’estate 2017 sarà ricordata come una delle più calde, ma anche come quella che potrà segnare una svolta nelle modalità di scelta e prenotazione dell’albergo.

Con l’approvazione della legge per la concorrenza e il mercato sono state infatti abolite le clausole di parity rate (più semplicemente conosciute come “norma Booking”), che sino ad oggi hanno impedito agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet condizioni più favorevoli rispetto a quelle presenti sui portali di prenotazione.

Con le nuove regole sarà perciò molto più probabile che chi ha individuato in rete la sistemazione che fa al proprio caso consulti anche il sito della struttura per verificare se ci sono prezzi più vantaggiosi o offerte speciali.

Giovanni ZambonelliSi tratta di un provvedimento atteso dal settore, il cui iter è durato più di due anni per via di numerosi stop e modifiche al disegno di legge nel quale era inserito. «È un traguardo molto importante – afferma il presidente degli Albergatori Ascom Giovanni Zambonelli – e dobbiamo innanzitutto rendere merito a Federalberghi, la nostra federazione nazionale, per il grande lavoro e la perseveranza nel portare avanti questa istanza che finalmente permette alle imprese ricettive di smarcarsi dallo strapotere dei portali».

«Le Ota (online travel agency ndr.) – tiene a precisare – non sono un nemico, anzi sono un alleato che permette di vendere il nostro prodotto in tutto il mondo. Sino ad oggi, però, il rapporto di forze è stato impari, hanno avuto il sopravvento sugli alberghi imponendo le proprie condizioni, senza dubbio vessatorie e, si passi il termine, “ricattatorie”. Con l’abolizione della parity rate si pongono i presupposti per una collaborazione in forma più equilibrata».

Ora la palla passa agli albergatori, chiamati fin da subito a gestire al meglio la novità. «Il cliente si aspetta di ottenere dei vantaggi prenotando direttamente l’hotel e quindi occorre farsi trovare pronti – avverte Zambonelli – offrendo prezzi migliori o servizi aggiuntivi, che sui portali sarebbero a pagamento. È fondamentale diventare parte attiva per rispondere a queste attese e sfruttarne appieno le opportunità».

La partita con le multinazionali dell’intermediazione non può comunque dirsi conclusa. «Il rischio è che i portali applichino altre forme vessatorie, penalizzando in qualche modo chi si smarca dal parity rate – avverte il presidente degli albergatori bergamaschi -, occorrerà perciò continuare a tenere sotto osservazione il loro comportamento».

Da parte sua, Federalberghi evidenzia come l’abolizione della parità tariffaria ristabilisca un equilibrio di condizioni tra il sistema turistico italiano e quello di importanti paesi concorrenti, come Francia, Germania e Austria, dove la clausola è già stata annullata, e porti vantaggi non solo ai consumatori e alle imprese, ma anche all’erario «che beneficerà di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o ai paradisi fiscali».

hotel receptionIntanto i viaggiatori sono già ben disposti a contattare direttamente gli hotel. Nei giorni scorsi, ACS Marketing Solutions ha intervistato per conto di Federalberghi un campione rappresentativo della popolazione italiana, rilevando che – per l’estate 2017 – il 55,3% degli italiani ha prenotato la propria vacanza rivolgendosi direttamente all’albergo, mediante il sito internet della struttura (24%) o contattandola per telefono, mail o altro mezzo (31,3%).

Secondo la Federazione, «la quota di prenotazioni dirette online è destinata a crescere, via via che gli operatori e i consumatori familiarizzeranno con le opportunità offerte dalle nuove regole». «Non si tratta solo di una questione di prezzo – evidenzia Federalberghi -, nel rapporto tra l’ospite e l’albergatore il contatto diretto contribuisce a rafforzare e a personalizzare la relazione. Inoltre, il contatto diretto consente ai turisti di ricevere informazioni di prima mano in relazione alle disponibilità, alla possibilità di soddisfare richieste specifiche e di beneficiare di eventuali offerte speciali o servizi e condizioni particolari».




Contro attacchi e frodi informatiche il terziario si allea con la Polizia Postale

Il mondo del commercio, del turismo e dei servizi si organizza contro le minacce della rete. È stato firmato questa mattina in Prefettura a Milano il Protocollo per la prevenzione degli attacchi informatici e delle frodi online stipulato tra il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia e Confcommercio Lombardia-Imprese per l’Italia.

La firma del protocollo. Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia, e Salvatore La Barbera, dirigente del Compartimento di Polizia postale e delle comunicazioni
La firma del protocollo. Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia, e Salvatore La Barbera, dirigente del Compartimento di Polizia postale e delle comunicazioni

Il progetto punta alla diffusione di buone pratiche e standard di sicurezza organizzativa e informatica in materia di prevenzione del cyber-crime e delle frodi finanziarie commesse per via telematica.

Ascom Bergamo, insieme alle altre 11 Confcommercio lombarde, grazie alle indicazioni degli esperti della Polizia Postale, potrà così mettere a punto azioni strategiche per la tutela dei dati aziendali e dell’e-commerce.

Un passo fondamentale, dato che oggi due terzi delle oltre 500.000 imprese lombarde del terziario sono presenti sul web in qualche forma: dal semplice sito internet informativo ai sistemi più evoluti di gestione online di tutte le fasi del business.

«Le nostre imprese – afferma Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia – stanno vivendo una vera e propria rivoluzione digitale: non solo e-commerce, ma soluzioni in cloud, utilizzo dei big data, strumenti social. La presenza sul web è in continuo aumento, così come l’esposizione a tutti i rischi informatici connessi. La collaborazione con la Polizia Postale consentirà a tutte le Confcommercio lombarde di mettere in campo servizi sempre più efficienti per accrescere la sicurezza delle imprese anche sul fronte tecnologico».

«La gestione in sicurezza dei dati aziendali – afferma il presidente dell’Ascom di Bergamo Paolo Malvestiti – è una priorità delle nostre imprese, soprattutto ora che le notizie di attacchi ai sistemi informatici sono sempre più frequenti e allarmanti. Il Protocollo firmato oggi a Milano può rappresentare un utile strumento di prevenzione e deterrenza anche per le aziende della nostra provincia».

Il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni svolge una rilevante attività di prevenzione e repressione dei crimini informatici – di matrice comune, organizzata o terroristica – che hanno per obiettivo le infrastrutture informatizzate di natura critica e di rilevanza nazionale, avvalendosi di tecnologie di elevato livello e personale specializzato nel contrasto del cyber crime.

I cinque obiettivi del Protocollo

  • diffondere la cultura della sicurezza informatica alle imprese associate
  • scambiare informazioni su minacce e vulnerabilità finalizzate a innalzare il livello di protezione delle infrastrutture informatiche che forniscono servizi di e-commerce ai cittadini e delle infrastrutture informatiche utilizzate dalle imprese associate
  • identificare i fattori di rischio che possono facilitare le intrusioni fraudolente per prevenire le frodi online in danno alle imprese associate
  • supportare la formazione del personale che si interfaccia con gli esercenti sulla materia, con momenti periodici di aggiornamento
  • attivare e mantenere momenti di confronto sul tema degli attacchi informatici.



Borgo Palazzo, un chilometro e mezzo di wifi. E a maggio arriva una nuova festa

wifi borgo palazzo

Dopo l’oasi in piazza Sant’Anna, attiva dal maggio scorso, BergamoWifi, la rete internet pubblica del Comune di Bergamo, si estende lungo via Borgo Palazzo. Sabato 21 gennaio, al civico 104 (incrocio con viale Pirovano) l’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni, i rappresentanti del Distretto urbano del commercio e delle Botteghe di Borgo Palazzo hanno inaugurato il servizio che permette di connettersi e navigare gratuitamente sul tratto che va da via Camozzi al cavalcavia, circa un chilometro e mezzo di copertura.

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Nicola Viscardi

Prosegue così il piano dell’Amministrazione verso una città sempre più smart e connessa. E i commercianti non nascondono la propria soddisfazione: «L’estensione della rete wifi ai borghi è stata una delle priorità che abbiamo indicato al momento dell’ingresso nel Duc – ricorda il presidente delle Botteghe, Nicola Viscardi -. È un’operazione che comporta risorse importanti, non possiamo perciò che riconoscere gli sforzi del Duc e del Comune per mettere a disposizione del quartiere questa importante infrastruttura. Il prossimo passo sarà cercare di portare la copertura nelle via laterali, ma anche svilupparla come strumento commerciale».

Se, infatti, il wifi è utile ai cittadini e ai turisti e può essere un fattore di attrattività, per chi ha un locale o un negozio può diventare un prezioso alleato per monitorare i flussi e interagire con la clientela. «Portando il segnale anche all’interno degli esercizi – spiega Viscardi -, non solo i clienti avranno la possibilità di rimanere comodamente connessi alla rete con lo stesso login, ma i commercianti potranno avere a disposizione informazioni importanti per analizzare gli ingressi e mettere a punto le proprie strategie commerciali».

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Roberto Ghidotti

È anche l’obiettivo del Duc, che per il wifi in città ha messo sul piatto 35mila euro, ottenuti con il bando sui Dat. «Abbiamo sostenuto la copertura del centro, di Borgo Santa Caterina (dove il servizio è stato inaugurato qualche settimana fa ndr.) ed ora si attiva anche in Borgo Palazzo – evidenzia Roberto Ghidotti, presidente del Distretto -. Si tratta di un passo fondamentale e necessario sulla via dell’innovazione dei nostri centri urbani, che ora declineremo anche all’interno dei singoli negozi, come strumento per migliorare l’operatività e l’interazione con i clienti».

Intanto le Botteghe sono al lavoro anche sul piano degli eventi e lasciano trapelare di una nuova iniziativa che dovrebbe rappresentare il bis della grande Festa del Borgo, ormai una tradizione nel settembre cittadino. «Sarà a maggio e ancora una volta chiuderà la via per riempirla di attività, spettacoli, laboratori, personaggi – dice Viscardi -. Avrà però un taglio più artistico e culturale, parlerà di creatività, talenti, musica, dialogo e integrazione».

La parola d’ordine è scontata: restate connessi!




Negozi, tutto quello che c’è da sapere per stare sul web. E avere successo

L’e-commerce continua a crescere senza sosta – oltre 26 volte nell’abbigliamento dal 2005 al 2015 secondo i recenti dati Confcommercio – mettendo in allarme il commercio tradizionale, nessuna categoria esclusa. Applicazioni come Amazon Price check o RedLaser con una foto dell’articolo o del codice a barre restituiscono proposte di prezzo o cercano addirittura il prodotto nei negozi vicino. Manichini-robot virtuali cercano di compensare l’impossibilità di indossare i capi attraverso l’etere e le immagini del prodotto sempre più dettagliate, tra zoom e diverse prove di colori e fogge, provano a far bucare lo schermo di pc e smartphone a merce di ogni sorta.

Fabio Fulvio
Fabio Fulvio

Di fronte alla crescente concorrenza del web, i negozi tradizionali tremano, eppure la vendita on-line può rappresentare un’opportunità per le piccole imprese. Ne è convinto Fabio Fulvio, responsabile del settore Politiche per lo Sviluppo della Confcommercio che da anni monitora l’impatto dell’e-commerce sul commercio tradizionale. Non mancano dati incoraggianti: chi ha imparato a vendere on-line e a coinvolgere e promuovere attraverso i social la propria attività ha visto crescere il proprio business e ha allargato lo sguardo dalla propria vetrina, magari di un piccolo paese in provincia, al mondo.

I saldi sono superati dall’e-commerce che propone shopping d’occasione tutto l’anno?

«Il prezzo non è la sola molla per gli acquisti sul web. Da analisi e interviste emerge che le motivazioni per comprare on-line sono solo in parte economiche. Il maggiore assortimento, la sensazione di fare un acquisto più consapevole, forte di recensioni positive e analisi comparative, e, non ultima, la comodità di acquistare a qualsiasi ora anche dal cellulare sono alcuni tra i principali plus evidenziati da chi opta per l’e-commerce. Di contro, esistono altrettante resistenze nell’acquisto via web: la mancanza di relazione, la scarsa fiducia nei mezzi di pagamento e l’incertezza sul bene acquistato, oltre che su eventuali procedure di reso».

Quali consigli per le imprese che vogliono sbarcare sul web?

slide 1«Anche se una presenza internet è irrinunciabile per qualsiasi attività, non è detto che si debba fare e-commerce per forza, ma per resistere alla concorrenza del web bisogna mettere in campo professionalità e capacità di analisi. Ci sono due strade per stare sul mercato: continuare ad essere venditori tradizionali e migliorare il punto vendita e l’esperienza d’acquisto oppure integrare web e negozio tradizionale. La maggior parte dei negozianti – diciamo 9 su 10 –  non sa quante persone entrano nel loro negozio. E non è proprio ammessa l’approssimazione se si vuol giocare la partita con concorrenti che sul web hanno a disposizione analisi sofisticate che profilano la clientela in tempo reale. Non basta vedere crescere i “like” sulla propria pagina Facebook, ma bisogna valutare in modo preciso l’impatto del social sulle performance del negozio. Solo un negozio su 5 sa valutare i margini per prodotto, l’abc per chi vuole fare promozioni e rivedere l’assortimento della propria attività, perché molti hanno prodotti che non si pagano il posto sullo scaffale e vanno “sfrattati”».

Per avere tutte queste informazioni le piccole attività, in un momento di crisi, devono fare investimenti importanti?

«No. Bastano davvero piccoli accorgimenti per analizzare con precisione il proprio business, migliorare le vendite ed essere davvero competitivi sul mercato. Investire un centinaio di euro in una cellula fotoelettrica per analizzare il passaggio in negozio è una piccola spesa che può portare a grandi risultati e dare molte più informazioni utili per incrementare le proprie entrate. Perché guardare solo quanto resta nel cassetto la sera non stimola certo il proprio business né rende più competitivi».

I social salvano i piccoli negozi, visto che la concorrenza in questo campo si gioca tutta sulla relazione?

«I social aiutano a fare bene e meglio cose che alcuni negozianti già fanno, ma non risolvono certo i problemi di attività gestite in modo più approssimativo. Sono ad esempio uno strumento molto agile per creare ed intercettare community, per fidelizzare la clientela e allargare il business a chi condivide gli stessi interessi e passioni. Io, ad esempio, sono un sub e non mi limito ad acquistare attrezzatura varia nel mio negozio di fiducia, dato che organizza immersioni ed eventi, mi ci posso rivolgere per nuovi brevetti e per una serie di consigli tecnici. Basta organizzare un gruppo chat via whatsapp, un post sulla gita organizzata all’Argentario, per supportare lo sforzo profuso per trasformarsi da venditore di beni a qualcosa in più, a un punto di riferimento per gli appassionati, oltre che a recuperare redditività. I social estendono la conoscenza della clientela, che ogni negoziante ha il vantaggio, a differenza di una big company del web, di coltivare da vicino e magari da anni. E questo patrimonio di conoscenze non sarà mai sostituibile da un software».

L’integrazione tra negozio tradizionale e web è alla portata anche delle imprese più piccole?

«Anche i piccoli negozi – a patto che abbiano lavorato già per migliorare il punto vendita e conoscano in modo approfondito e analitico il proprio business – possono integrare con successo on-line e off-line. Confcommercio ha siglato un accordo nazionale con eBay che offre alle imprese associate una vetrina on-line Premium gratis per sei mesi (con un risparmio di 3o euro mensili) e, sul fronte dei social, con Facebook ha formato in dodici tappe nazionali 10mila imprese. A L’Aquila – dove eBay ha fatto anche un ulteriore sforzo per solidarietà ai negozianti che han perso tutto con il terremoto – molte attività hanno recuperato clienti e fatturato e sono riuscite a vendere anche all’estero. I social – a patto di usarli in modo mirato – offrono modi innovativi di coinvolgere la clientela e portarla nel proprio negozio; i costi per iniziative pubblicitarie e per altre forme di marketing sono davvero ancora bassi e i risultati di campagne molto mirate non tardano ad arrivare».

L’e-commerce può quindi essere un’opportunità per le insegne indipendenti?

slide 2«È sia una minaccia che un’opportunità. È una modalità di acquisto nuova ed in costante crescita che erode senza dubbio lo shopping tradizionale, ma può essere una risorsa importante a patto che la si sappia sfruttare al meglio. Sono molti i negozi tradizionali che vendono più di prima e che inviano pacchi dall’altra parte del mondo, raggiungendo destinazioni impensabili per una piccola attività del territorio, magari di un piccolo paese in provincia. I negozi tradizionali, se ci si crea una nicchia di mercato, difficilmente saranno attaccabili dalla concorrenza on-line. Molti si chiedono se tra 10 anni i negozi resisteranno alle nuove tendenze nei consumi e noi ne siamo convinti, ma anche gli stessi colossi del web lo sono. Credo che l’on-line resterà un canale alternativo e complementare, certo in costante crescita, ma che non potrà mai sostituire il piacere dell’acquisto in negozio».

Molti commercianti lamentano di dedicare attenzioni e tempo a clienti che poi si copiano il codice dell’articolo e lo acquistano on-line, facilitati da comparazioni prezzi, con tanto di geolocalizzazione. I negozi non rischiano di fare da show-room agli e-shopper?

il negozio nell'era di internet - bussole confcommerci«Il “Topo” (try off-line, purchase on-line, ovvero prova in negozio, compra su internet) è un fenomeno negativo ed è il motivo che mi ha spinto a dedicare una pubblicazione della Collana Le Bussole Confcommercio all’e-commerce (“Il negozio nell’era di internet”). La titolare di un negozio di ottica mi aveva chiesto come fare a risolvere il problema del cliente che entra in negozio, prova i vari modelli di occhiali da sole, si prende nota del codice e del prezzo e poi con una scusa rimanda l’acquisto perché molto probabilmente andrà a comprarli on-line. Per questo ho scelto di interpretare la delusione, l’amarezza e la sana indignazione di chi gestisce un negozio con passione, nonostante le sempre maggiori difficoltà, di fronte a questo comportamento».

Come possono difendersi i negozianti?

«Con la personalizzazione, il consiglio giusto e il servizio. Avere di fronte un cliente che pensa di acquistare on line può essere anche una chance e una sfida da giocarsi al meglio. Di fronte alla personalizzazione, all’idea che quel paio di occhiali sono stati adattati perfettamente a me, con la distanza focale giusta, che quella bicicletta è proprio perfetta per il passo della mia gamba, che la camicia avrà le mie cifre ricamate, che le scarpe da ginnastica sono state scelte in base a come appoggio il piede e via dicendo, credo che alla fine opterà per l’acquisto in negozio, tanto più se il punto vendita mi garantisce assistenza e consulenza in garanzia, riparazioni e quant’altro. La personalizzazione vince sempre, come mostrano alcune nuove aperture eccellenti nel mondo: è il caso di Bite Beauty Lip Lab che a New York crea un rossetto ideale e su misura in base all’incarnato del viso in migliaia di tonalità e con diverse caratteristiche.

C’è poi anche il fenomeno inverso ed altrettanto diffuso del “Ropo” (research on-line, purchase off-line, ovvero cerca sul web, acquista in negozio). Si ha di fronte una clientela sempre più preparata, che sa tutto di quel prodotto perché ne ha ponderato l’acquisto e ne ha letto decine di recensioni, ma decide di comprare nel negozio tradizionale. In questo caso il personale deve essere più che preparato: non è ammissibile che il cliente ne sappia quasi più di chi sta dietro il bancone».

Il web si sta attrezzando con strumenti ultra sofisticati, dai manichini virtuali con diverse tipologie di corporatura a formule che consentono la prova e restituzione gratuita dei prodotti. Come rendere l’esperienza fisica di acquisto irrinunciabile?

slide 3«Chi vende on-line sta cercando in tutti i modi di ridurre la distanza fisica  attraverso chat ed altri strumenti che mostrano il prodotto al meglio. Però non siamo robot e le motivazioni che stanno dietro ad un acquisto non sono certo tutte dettate dalla razionalità. Mettendo in campo creatività e lavorando su allestimenti, posizionamento della merce e visual merchandising si possono incrementare di molto le vendite. Tra i punti di forza del negozio c’è la capacità di suscitare emozioni e di coinvolgere attraverso stimoli sensoriali. Il visual merchandising può invitare i clienti a frequentare i negozi per un’esperienza sensoriale. Il paradosso è che in molti casi il visual merchandising è più curato sul web che nei negozi. E non basta fare delle belle vetrine, ma curare l’esposizione interna, orientare le scelte in uno spazio circoscritto e rendere più chiaro l’allestimento. Non servono grandi investimenti ma tanta creatività: basta un sapiente mix di dimensioni, colori e dettagli, giocando con spazi, volumi, altezze. Gli interventi di miglioramento visivo nei negozi hanno un impatto immediato oltre che sulla piacevolezza dell’esperienza del cliente anche sulle vendite, con incrementi che spesso superano il 30%».

Il web invoglia ad acquistare di più di quanto si vorrebbe suggerendo proposte di total look e rendendo evidenti altri prodotti che potrebbero interessare o che chi ha acquistato prima di noi ha selezionato oltre ai nostri nel carrello virtuale. Uno stimolo in più per il commercio per cercare di incrementare lo scontrino medio?

«Stimolare gli acquisti è l’abc del commercio e rappresenta la forza dei negozi che hanno successo oggi e che lo avranno sempre anche domani. Non significa cercare di rifilare tutto e subito ad un cliente, ma è un lavoro che si porta avanti con passione e calma, ma soprattutto con la conoscenza e annotandosi gli acquisti fatti. Non servono necessariamente software, basta un foglio Excel, ma anche un semplice pezzo di carta. Solo così si possono proporre alla clientela acquisti aggiuntivi, abbinamenti e spese complementari, incrementando lo scontrino medio. Il bravo venditore anticipa gli acquisti futuri dei clienti, magari ricordandosi, per esempio, di un’imminente cerimonia, vacanza o evento e così riesce a vendere assieme ad un paio di pantaloni anche il completo perfetto per la laurea del figlio e via dicendo. Gli heavy spender si rivolgono ad un personal shopper per gli acquisti, i negozianti possono essere i migliori consulenti d’immagine per i loro clienti».

I distretti del commercio possono rappresentare un’occasione per creare piattaforme di vendita indipendenti?

«I distretti del commercio, così come la concentrazione in alcune vie di medesime attività in apparente concorrenza tra loro, possono incentivare lo shopping. C’è ancora chi teme la concorrenza del dirimpettaio in una via ricca di ristoranti ed invece accade il contrario: succede che si lavora di più tutti perché la via diventa una meta per chi vuole uscire a cena. Basta guardare al successo delle vie della moda, in grado di attrarre sempre per lo shopping. I distretti hanno organizzato con successo forme di fidelizzazione della clientela per gli acquisti, ma quanto alla creazione di piattaforme indipendenti per l’e-commerce sono un po’ scettico. Meglio optare per piattaforme note, se non arcinote, nonostante chiedano contratti e commissioni più o meno elevate. Raggiungere la diffusione dei colossi del web e la tecnologia delle big company è troppo difficile per chi inizia una rincorsa quasi impossibile da zero».

 




Lo Smau premia Iotty, start up dell’Incubatore di Dalmine

A Smau 2016, il salone di riferimento nei settori digitale e Ict in svolgimento a Milano fino al 27 ottobre, la start up Iotty srl, insediata nell’Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo al Point di Dalmine, si è aggiudicata il Premio Lamarck, dedicato alle più promettenti start up pronte ad incontrare il mondo dell’industria e volto a favorire il processo di Open Innovation, fondamentale per il rinnovamento e la crescita della competitività.

iotty - incubatore d'impresaIotty è specializzata nell’Internet delle Cose (l’estensione del mondo di Internet agli oggetti, che possono comunicare e ricevere dati), nella progettazione e realizzazione di dispositivi IoT e IIoT per l’industria 4.0. La mission aziendale è concepire prodotti a misura degli ambiti applicativi reali, che consentano di diffondere, valorizzare e rendere concretamente produttive le potenzialità innovative dell’IoT, anche dove oggi si scontra con barriere di accesso economiche, culturali o tecniche.

Il Premio prende nome dal naturalista che presentò per primo una teoria evoluzionista secondo la quale gli organismi viventi si modificherebbero gradualmente nel tempo adattandosi all’ambiente.

Insieme a Iotty sono state premiate le imprese Medea (startup di Sviluppo Basilicata che opera nel campo della telemedicina) ed Ez Lab (impresa nata nell’ambito del programma Smart&Smart di Invitalia che lavora nel campo delle soluzioni informatiche).

Per il quarto anno consecutivo Bergamo Sviluppo ha partecipato allo Smau con alcune tra le startup dell’Incubatore d’Impresa, offrendo la possibilità di farsi conoscere e creare nuove occasioni di business. Oltre a Iotty, Groen Akkedis (progettazione e produzione di sistemi elettronici per il risparmio energetico), Fermo!Point (network di negozi e attività commerciali che ritirano e custodiscono prodotti per gli utenti dell’e-commerce BtoC), Geoskylab (servizio di consulenza e formazione per piloti di droni; costruzione di droni), Maply (realizzazione di applicazioni per smartphone, tablet e web per la valorizzazione del territorio).




“Vallinf@miglia”, il wifi gratuito raggiunge 10 comuni

Si estende da Zogno gli altri comuni che compongono il Distretto dell’attrattività “VallinF@miglia” (Val Brembilla,  Sedrina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Vedeseta, Blello, Moggio, Cassina Valsassina, Cremeno e Pasturo) il sistema di WiFi gratuito, che permette di accedere liberamente a Internet in alcuni punti del territorio.

L’idea è quella di sviluppare la tecnologia WiFi come strumento che, attraverso la navigazione gratuita, può diffondere la conoscenza e l’uso delle nuove tecnologie e fornire nuove opportunità di lavoro, studio e accesso ai servizi. Attraverso questa iniziativa, che rientra nelle linee di sviluppo di “VallinF@miglia”, sarà possibile perciò sfruttare al meglio i propri tempi, sia dal punto di vista professionale che sociale.

Il progetto moltiplica il modello precedente di esperienza di Zogno-wifi su quasi tutti i territori del Dat (non è attivo infatti solo a Bello). «Momenti e spazi della vita pubblica e privata ed alcuni luoghi del nostro territorio si aprono alla multifunzionalità – spiegano i promotori -. Un passo verso la modernizzazione delle quattro valli coinvolte attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La copertura di alcuni spazi pubblici e di aggregazione (uffici pubblici, parchi, pubblici esercizi e centri di aggregazione) mediante wireless e mobile è basata su tecnologia moderna, modulare ed espandibile».

Il sistema avrà piena operatività da aprile. L’attivazione del servizio permette, previa richiesta di abilitazione, di accedere a titolo gratuito, senza alcun onere o costo di installazione per l’utente, alla rete Internet in modalità Wi-Fi, senza fili (Wireless Fidelity), nelle aree appositamente abilitate.

Ecco dove è disponibile

Comune di Zogno

  • nelle aree pubbliche: Municipio (piazza Italia), sala consiliare (viale Martiri della Libertà), biblioteca e parco Belotti (piazza Belotti), parco giochi area mercato e Bar Roma (via P. Ruggeri), piazza Belotti, via Cavour, piazza Garibaldi, via V. Emanuele, piazza Italia, viale M. Libertà
  • e in questi nei locali (negli orari di apertura pubblico): Ristorante La Staletta (via Campelmè), Trattoria Breve Respiro (via Romacolo), Pizzeria Millenium (via Ronco), B&B Casa Martina (loc. Piazzamartina), Albergo Da Gianni (via Tiolo), Royal Wine Bar (via Locatelli), Ristrorante La Caraffa Ambrata (Poscante).

Comune di Val Brembilla

  • nelle aree pubbliche: Municipio, piazza fronte Municipio e parcheggio, giardini pubblici, Laxolo (parco giochi e parcheggio)

Comune di Sedrina

  • nelle aree pubbliche: Municipio, piazza fronte Municipio e parcheggio, biblioteca, parco pubblico di Botta di Sedrina

Comune di Ubiale Clanezzo

  • nelle aree pubbliche: campo sportivo, biblioteca, Centro Civico

Comune di Taleggio

  • nelle aree pubbliche: Porta Ecomuseale di Peghera, Ufficio Turistico

Comune di Vedeseta

  • nelle aree pubbliche: biblioteca, piazza antistante il Municipio

Comune di Moggio

  • nelle aree pubbliche: Piani di Artavaggio, campo sportivo

Comune di Pasturo

  • nelle aree pubbliche: piazza antistante il municipio, parcheggio antistante la scuola

Comune di Cremeno

  • nelle aree pubbliche: municipio, Villa Carnevali

Comune di Cassina Valsassina

  • nelle aree pubbliche: aree nelle adiacenze del Municipio

L’accesso è consentito gratuitamente per 180 minuti/giorno, utilizzabili anche in più collegamenti; è prevista la disconnessione automatica dopo 10 minuti di inattività. Per accedere ad Internet occorre registrarsi. Senza la registrazione è possibile utilizzare il servizio VallinF@miglia-WiFi per consultare il sito istituzionale del Comune di riferimento e il sito Vallinfamiglia.com.




Internet, Bergamo viaggia sempre più veloce

internet - banda ultralargaGrazie ad un investimento di circa 4,5 milioni di euro, Bergamo è tra le prime città d’Italia a poter vantare infrastrutture telefoniche di nuova generazione che sono già pienamente operative al servizio di cittadini e imprese.

Gli interventi sono stati illustrati oggi dal sindaco Giorgio Gori, dall’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni e da Roberto Marcolini, responsabile Access Operation Line Lombardia Centro Est di Tim.

Dall’avvio del progetto, che ha visto Tim impegnata nella realizzazione della nuova rete in fibra ottica Ngan (Next Generation Access Network) e di quella mobile 4G anche nella versione più evoluta (il 4G Plus), a Bergamo le reti in banda ultralarga sono diventate realtà grazie gli importanti investimenti fatti da Tim e alla collaborazione con il Comune di Bergamo, fattori che hanno consentito di realizzare rapidamente le attività di scavo e di posa, minimizzando sia i tempi d’intervento sia l’impatto sulla città.

A Bergamo il programma di copertura della città ha interessato oltre 60mila unità immobiliari, pari a più del 95% della popolazione sull’intero territorio comunale, in virtù della posa di 114 chilometri di cavi in fibra ottica .

Inoltre, grazie ad un accordo tecnologicamente innovativo con Atb, che prevede l’utilizzo del percorso dei binari della funicolare cittadina per la posa dei cavi in fibra ottica, Tim è l’unico operatore ad aver portato la rete in fibra ottica anche nella Città alta, evitando così di effettuare ulteriori scavi.

In questo modo Bergamo è entrata nell’élite delle città italiane dove sono disponibili i servizi “Fibra” di Tim basati sulla tecnologia FttCab (Fiber to the Cabinet), ma è stata anche già inserita nel nuovo piano nazionale di cablaggio Tim in tecnologia Ftth (Fiber To The Home), che prevede entro marzo 2018 di raggiungere 100 città italiane portando i collegamenti superveloci fino agli edifici. Si tratta di un innovativo piano che estende la fibra ottica fino alle abitazioni, consentendo connessioni super-veloci a partire da 100 Megabit al secondo e potenzialmente fino a 1 Giga (1.000 Megabit), con l’obiettivo di garantire una ancora più elevata qualità nella fruizione di contenuti video in HD e una migliore esperienza di navigazione. I primi quartieri della città saranno collegati già entro il 2016.

«Un progetto ambizioso – commenta il sindaco Gori – che l’Amministrazione intende supportare convintamente: anche grazie a Tim e iniziative come questa la città di Bergamo può dirsi sempre più europea. In un’epoca in cui internet si configura sempre più come un diritto, investimenti come quelli di Tim rappresentano un contributo importante nella realizzazione di una smart city: siamo felici che Bergamo sia una delle prime città in Italia a beneficiare di queste infrastrutture ad alto contenuto tecnologico, segno di quanto la città stia lavorando per mettersi in mostra nel panorama nazionale».

«Un grande grazie va obbligatoriamente a Tim – sottolinea l’assessore Angeloni – che ha deciso di portare a Bergamo le infrastrutture più avanzate per telefonia fissa e mobile. Iniziative di questo genere incarnano alla perfezione l’idea di città che l’Amministrazione Comunale ha proposto con le proprie linee di mandato: una città nella quale è possibile avviare progetti innovativi e soprattutto all’avanguardia per quello che riguarda il tema della connettività».

«Siamo lieti che Bergamo sia tra le prime città italiane ad avere infrastrutture di rete di Tlc moderne che consentono ai cittadini e alle imprese di usufruire di servizi innovativi, come ad esempio vedere film in HD e 3D, ascoltare musica in streaming di alta qualità e tutta la potenzialità dei servizi Cloud, che contribuiscono allo sviluppo dell’economia locale – ha dichiarato Roberto Marcolini, responsabile Access Operation Line Lombardia Centro Est di TIM – nell’ambito del programma nazionale per lo sviluppo delle reti a banda ultralarga fissa e mobile, Tim ha deciso di dedicare alla città di Bergamo una quota molto significativa del proprio piano di investimenti, fornendo in questo modo un notevole contributo al conseguimento degli obiettivi previsti dall’Agenda Digitale europea. A Bergamo la nuova rete in fibra ottica e quella mobile 4G Plus sono già realtà, grazie anche alla fattiva collaborazione dell’Amministrazione comunale».

Con la fibra è possibile accedere a contenuti video di particolare pregio anche in Hd, di praticare il gaming on line in alta qualità e di fruire di contenuti multimediali contemporaneamente su smartphone, tablet e smart tv. Le imprese possono inoltre accedere al mondo delle soluzioni professionali, sfruttandone al meglio le potenzialità grazie alla connessione in fibra ottica. Quest’ultima abilita anche applicazioni innovative come la telepresenza, la videosorveglianza, i servizi di cloud computing per le aziende e quelli per la realizzazione del modello di città intelligente per le amministrazioni locali, tra cui la sicurezza e il monitoraggio del territorio, l’info mobilità e le reti sensoriali per il telerilevamento ambientale.

Per quanto riguarda la telefonia mobile, oltre alla copertura della rete Lte a Bergamo è anche disponibile la nuova rete 4G Plus di Tim, che offre connessioni fino a 225 Megabit al secondo in download, circa il doppio di quelle disponibili con il normale 4G. La rete mobile di nuova generazione di Tim offre ai i cittadini prestazioni e livelli di servizio che migliorano nettamente l’esperienza della navigazione internet e la fruizione di contenuti innovativi in mobilità, come il video streaming in Hd.

 




Giovani, uno su dieci ha trovato lavoro con Internet

internet lavoroL’ufficio di collocamento del XXI secolo? È Internet, che ha permesso nel 2014 al 10% dei ragazzi con meno di 30 anni di trovare la propria occasione nel mercato del lavoro. E, in generale, la Rete, l’Export ed il Digitale rappresentano i tre elementi principali con cui, negli ultimi anni, «le Piccole e medie imprese italiane cercano di uscire dalla crisi economica e migliorare la loro produttività».

Lo si legge nel dossier presentato in occasione della ‘Summer school 2015’, evento promosso dalla Fondazione studi dei Consulenti del lavoro. I dati «testimoniano l’esistenza del cosiddetto sistema R.E.D. (Rete, Export, Digitale) che ha condizionato, soprattutto durante il triennio 2013-2015, le scelte operate dalle microimprese e dalle Pmi e permesso di comprendere quali saranno le leve future delle aziende», dalle quali i professionisti «dovranno ripartire per acquisire nuove competenze ed abilità da mettere a disposizione delle aziende».