Trescore, contro il bando per il mercato gli ambulanti ricorrono al Tar

170808 ambulanti vs bando trescore - riunione - plateaI commercianti ambulanti faranno ricorso al Tar contro il bando del Comune di Trescore Balneario per il rinnovo delle concessioni del mercato, approvato il 23 luglio scorso. La decisione è emersa ieri durante un incontro promosso alla Casa del Giovane di Bergamo dalle associazioni di categoria Fiva Ascom e Anva Confesercenti di fronte a una platea gremita di operatori del mercato. All’iniziativa, nel corso della riunione, hanno aderito già 60 imprenditori.

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Gli ambulanti sostengono l’illegittimità del bando perché cancella la possibilità – prevista dalla normativa Bolkestein e dal testo unico regionale – di avere due spazi all’interno del mercato. Inoltre non garantisce il vantaggio in graduatoria per i titolari delle vecchie concessioni, come invece previsto dall’accordo Stato-Regioni, con il risultato di penalizzare le aziende che hanno investito negli anni nelle loro attività e di tagliare posti di lavoro.

L’Amministrazione, da parte sua, difende la regolarità del bando sostenendo che non necessariamente devono essere concesse due postazioni e che concedendone una sola ad operatore si rendono disponibili più posteggi. La giunta ribadisce anche la legittimità dei criteri di graduatoria sostenendo che la salvaguardia dell’anzianità va in contrasto con la libertà di mercato.

«Nei giorni scorsi abbiamo inviato tramite legale una richiesta di sospensione della procedura ma l’Amministrazione mantiene le sue posizioni. Stando così le cose, l’azione legale è  inevitabile» afferma Mauro Dolci presidente di Fiva Ascom.

Intanto l’Amministrazione ha rivisto l’area del mercato settimanale eliminando circa 50 posteggi. Le concessioni disponibili scendono dagli attuali 189 a circa 140.




Pubblici esercizi e home restaurant, obblighi a confronto

home restaurantPoiché propone un servizio di somministrazione nei confronti di un pubblico, l’home restaurant, secondo la Fipe, non può essere esercitato in luoghi privati e dovrebbe essere sottoposto ai medesimi obblighi dei pubblici esercizi.

Per dare un’idea delle norme di legge e dei requisiti a cui è assoggettata la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, soprattutto alcoliche, la Federazione ha stilato un elenco, che diventa, di conseguenza, quello delle violazioni imputate agli home restaurant.

La serie conta 22 voci, ma non esaurisce, precisa la Fipe, l’intera gamma delle prescrizioni: somministrazione di cibi e bevande anche alcoliche senza autorizzazione; comunicazione al Questore, in caso di circoli; licenza Utf per prodotti alcolici; mancato accertamento della sorvegliabilità dei locali (di competenza della autorità di Pubblica Sicurezza per quelli posti a livello superiore a quello stradale); violazione delle disposizioni urbanistiche e sulla destinazione di uso degli edifici; assenza di certificazione dei requisiti professionali e morali del titolare; somministrazione di alimenti e bevande senza comunicazione alla autorità sanitaria; assenza piano Haccp; certificazione formazione dipendenti in materia igienico sanitaria; nomina responsabile Haccp ed attestato del relativo corso; inidoneità sanitaria attrezzature; formazione sanitaria addetti; iscrizione Cciaa; iscrizione Inps titolare; eventuale presenza lavoratori in nero; rispetto del divieto di fumare; tabelle alcolemiche in caso di chiusura dopo le ore 24; etilometro a disposizione dei clienti in caso di chiusura dopo le ore 24; indicazione allergeni presenti nei prodotti somministrati; abbonamento speciale Rai per tv o altro apparecchio diffusione musica; versamenti diritti di autore e connessi Siae ed Scf; tracciabilità e rintracciabilità alimenti; sicurezza sul lavoro; corresponsione tassa sui rifiuti a livello di privato e non di pubblico esercizio.