Vacanze a Bergamo, 1.229 possibilità di soggiorno

bossico

Nell’ultimo anno il turismo straniero è aumentato. Ma quante e quali sono le opportunità di soggiorno a Bergamo oggi? Secondo la Mappa delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, un innovativo database on line stilato dalla Regione (dati.lombardia.it), sono 1.229, circa il 13% dell’offerta ricettiva lombarda.

La maggior parte sono case e appartamenti – 411 – seguono i bed and breakfast (345), gli alberghi (261) e gli alloggi gestiti in forma imprenditoriale (174). L’offerta comprende anche 10 residence, 5 foresterie, 10 campeggi (il più grande è il Camping San Simone a Isola Fondra con 1.076 posti letto) e 12 case per ferie, ossia alloggi gestiti da istituti, fondazioni e congregazioni.

La maggior parte degli alberghi rientra nella fascia media dei tre stelle, 47 ne vantano 4 e solo uno, il Relais San Lorenzo di Bergamo, si classifica di lusso con 5 stelle.

Come prevedibile, l’offerta è capeggiata dal capoluogo che conta 452 strutture tra hotel, camere in affitto, passando per b&b, pensioni e ostelli. Il Lago d’Iseo offre 142 opportunità di soggiorno, con Lovere (33) e Sarnico (32) in top ten. In montagna, in cima alla classifica in quanto a opportunità di vacanza figura la Valle Seriana con 121 strutture, seguono la Valle Brembana con 106 indirizzi e la Valle Imagna con 42. Nell’hinterland le possibilità di soggiorno sono 98, mente la Bassa si attesta a quota 56.

In provincia, i paesi che contano più indirizzi per le vacanze sono Bossico con 34 strutture, Lovere con 33 e Sarnico con 32, poco dietro ci sono Castione della Presolana che ne ha 24 e San Pellegrino con 11. Ancora molto diversi i numeri di Brescia che rimane al top della Lombardia in quanto a offerta.




B&B, ostelli, rifugi: ecco i nuovi loghi regionali

Nell’anno dedicato al turismo in Lombardia arriva anche un nuovo logo – coordinato – per le strutture ricettive non alberghiere, ossia ostelli, foresterie, locande, bed & breakfast, rifugi alpini ed escursionistici. Una scelta «per uniformare l’immagine e rendere ancora più riconoscibili queste importanti strutture e accrescere la qualità della nostra accoglienza» ha spiegato Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, commentando l’approvazione da parte della Giunta, su sua proposta e in concerto con l’assessore regionale allo Sport e alle Politiche per i giovani Antonio Rossi, dei nuovi contrassegni identificativi.

«Proseguono l’iter attuativo della nuova legge sul turismo e il cambio di passo che abbiamo impresso a questo settore durante la legislatura. Una rivoluzione – ha sottolineato l’assessore – che ha interessato vari aspetti, dalla promozione della destinazione Lombardia, oggi più moderna, efficace ed integrata, all’innalzamento degli standard qualitativi di tutte le strutture e all’informazione turistica, fino ad arrivare alla formazione degli operatori e al sostegno economico per i loro investimenti con un bando ad hoc da ben 35 milioni di euro per riqualificare le strutture (alberghi, ristoranti e b&b), che aprirà in primavera».

«Negli ultimi anni – ha aggiunto l’assessore Antonio Rossi – abbiamo investito molto sui rifugi e sugli ostelli per migliorarne la ricettività, innalzando la qualità e cercando di venire incontro alle nuove esigenze manifestate da chi sceglie le nostre montagne e la nostra regione. La Lombardia primeggia nel campo dell’accoglienza e del turismo e la misura approvata dalla Giunta renderà visibili e riconoscibili le strutture che godono degli alti standard stabiliti dalla legge sul turismo. Così miglioreremo concretamente il servizio offerto ai turisti».

Quanto ai nuovi contrassegni, «si tratta di loghi contraddistinti da una creatività molto efficace e pulita, in linea con i colori della segnaletica turistica stradale, che comprendono anche il nuovo brand turistico inLombardia, il marchio di Regione Lombardia e che accoglieranno anche quelli dei territori di riferimento. Non appena terminata la produzione, Regione Lombardia – ha annunciato Parolini – li offrirà ai gestori delle attività, che provvederanno ad esporlo fuori dalle loro strutture».

«Il nostro obiettivo – ha ribadito Parolini – è diventare la prima regione italiana anche nel turismo. Per questo stiamo mettendo in campo una serie di opportunità e misure organiche rivolte anche agli operatori della filiera, per accompagnarli in maniera sussidiaria a compiere insieme un salto di qualità. Un processo che passa anche attraverso un’ampia azione di rinnovamento dell’immagine coordinata del nostro sistema turistico».

 




Ospitalità in appartamento, mappatura dell’Università: in città 548 strutture

Chi a Bergamo è alla ricerca di una sistemazione alternativa a quella alberghiera, consultando le tre principali piattaforme social potrà trovare 548 offerte.

Ha preso in considerazione gli annunci su Wimdu, Airbnb e Homeholidays – i maggiori siti che permettono a chi possiede stanze o un appartamenti di metterli a disposizione dei viaggiatori e a questi ultimi di trovare un alloggio famigliare – la mappatura effettuata tra ottobre 2015 e gennaio 2016 da Elisa Bonacina, neolaureata dell’Università degli Studi di Bergamo, presentata al convegno “L’ospitalità in appartamento a Bergamo” organizzato dal Cestit, Centro studi per il turismo e l’interpretazione del territorio, per approfondire uno dei temi cruciali di questi anni.

A prevalere in città è l’offerta di stanze private (65%) sugli appartamenti (35%). E se c’è una buona parte delle proposte degli intermediatori on line già inquadrate nelle definizioni e nelle statistiche tenute dalla Provincia (il 67%), il restante 33% al momento sfugge ai numeri ufficiali. In particolare, sono ufficiali 229 appartamenti (il 41,8% del totale) e 139 stanze private (25,4%), ai quali si aggiungono 62 appartamenti non ufficiali (11,35), 31 stanze non ufficiali (5,7%) e 87 strutture non confrontabili con le definizioni in vigore (15,8%).

La maggiore concentrazione dell’offerta è in centro (si trova qui il 42,4% delle strutture ufficiali e il 29% di quelle non ufficiali) e nella zona che comprende Città alta e Longuelo (23,4% delle strutture ufficiali, 14% di quelle non ufficiali). L’exploit delle strutture non ufficiali è nell’area Malpensata e Celadina (18,3%).

Il prezzo medio promosso sui portali per un appartamento intero in una struttura ufficiale è di 70,7 euro al giorno, in una struttura non ufficiale o non regolamentata di 81,7 euro. Per una stanza si spende invece meno in una struttura non ufficiale (62 euro) che in una ufficiale (66 euro). La tassa di soggiorno, secondo quanto pubblicato dagli annunci, è richiesta dal 33,7% delle strutture ufficiali e solo dal 2,2% di quelle non ufficiali.

I giudizi degli utenti vanno da un punteggio di 4,4 su 5 per Windu al 4,7 per Airbnb al 4,9 di Homeholidays. La differenza nei giudizi medi è minima tra strutture ufficiali (4,4) e non (4,5).

L’indagine ha anche analizzato il profilo di chi mette a disposizione gli alloggi. Sono in prevalenza donne. Per l’affitto di appartamenti interi la maggior parte non ha a disposizione un altro alloggio (il 94% di chi pubblica di Homeholidays, il 58% di chi sceglie Airbnb e il 50% degli inserzionisti Wimdu), così come per le stanze (il 100% di Homeholidays, il 45% di Airbnb e il 70% di Wimdu).