Fusini: «Ecco perché la Stracciatella di Bergamo è 4.0»

di Oscar Fusini*

 

La Stracciatella di Bergamo non è solo un ottimo gelato e una bella storia da raccontare.

L’esperienza di valorizzazione collettiva del brand è da una parte una scelta coraggiosa, dall’altra un’esperienza significativa. Arriva dopo l’iniziativa ExpoGelato, la manifestazione proposta nel centro di Bergamo per un mese e mezzo nel 2015, in occasione dell’Expo milanese, e, se è vero che due indizi fanno una prova, è la testimonianza di un salto di qualità delle proposte dei Gelatieri Bergamaschi Ascom.

Con grandi sforzi il comitato da anni promuove la campagna Gelaterie di Fiducia e la qualità del gelato artigianale contro l’omologazione della produzione industriale. Se il gelato della nostra provincia è buonissimo lo dobbiamo ai produttori gelatieri di qualità che abbiamo. Se invece c’è consapevolezza nei bergamaschi e nei turisti che il nostro gelato è buonissimo il merito è di tutti noi. Accanto a “farlo bene” occorre infatti anche “farlo sapere” e in questo il nostro comitato è attivissimo.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

Ma “La stracciatella il gelato di Bergamo” non è, o non è solo, una campagna di comunicazione. Questo progetto è 4.0 perché spinge nella logica di rete e di integrazione della filiera e dei produttori.

Le nostre esperienze associative hanno sempre e solo cercato aggregazioni di tipo orizzontale: commercianti che collaborano con altri commercianti. Già questo era faticoso, in un mondo che tradizionalmente creava divisioni e contrapposizioni. Ora il “progetto stracciatella” vede collaborare un grande nome, quello dei Panattoni della gelateria La Marianna, con gli altri gelatieri che vi aderiscono. Segnale di intelligenza di entrambi perché da una bella storia, raccontata bene, possono trarre beneficio tutti, il territorio e la sua comunità.

Non solo, la Stracciatella di Bergamo va oltre e cerca l’aggregazione verticale del settore con molte imprese della filiera del gelato. Un’aggregazione sui generis, se vogliamo, perché non richiede contratti strutturati e rapporti di tipo economico tra imprese ma semplicemente una collaborazione per la valorizzazione del marchio.

A Bergamo infatti, accanto ai decantati distretti industriali abbiamo un comparto significativo che è quello del gelato, con produttori di materie prime, semilavorati, macchinari, attrezzature che in Italia è secondo solo a quello di Rimini. Aziende impegnate nella creazione del modello della gelateria italiana a livello internazionale. Imprese eccellenti che operano in tutto il mondo e che hanno nel nostro territorio le loro radici. Imprese che valorizzandosi loro stesse possono darci una grande mano nel promuovere il brand Bergamo in tutto il mondo. Il brand può essere il gelato di Bergamo. La Stracciatella.

La sinergia tra il comitato gelatieri, la Camera di Commercio e il Comune di Bergamo, così attenti nella politica di valorizzazione del brand Bergamo e del turismo, vuole costituire un nuovo must con il quale promuovere la bellezza di città e la provincia. Il gelato è un alimento che è apprezzato da grandi e piccoli, italiani e stranieri di ogni provenienza. Mette sempre d’accordo tutti. Allora il gelato di Bergamo, la stracciatella, non può più essere solo una bella storia da raccontare.

*direttore Ascom Bergamo Confcommercio



Turismo enogastronomico, al via il bando Wonderfood (& Wine)

turismo enogastronomico

Si aprono lunedì 5 giugno, alle ore 14, i termini per la presentazione dei progetti preliminari per l’accesso al bando regionale “Wonderfood (& Wine)” che prevede lo stanziamento di 1.258.000 euro per finanziare – con contributi a fondo perduto pari al 70% – progetti di promozione turistica legata all’enogastronomia lombarda nell’ambito del progetto regionale “Sapore in Lombardia”.

Potranno presentare domanda di contributo in forma singola o aggregata:

  • consorzi e imprese consortili;
  • fondazioni;
  • associazioni di categoria, tra imprese e di professionisti;
  • quartieri fieristici e organizzatori fieristici;
  • soggetti pubblici e privati che si occupano di comunicazione e promozione turistica e del territorio;

che dovranno avere pregressa esperienza in tema di promozione turistica e del territorio.

I progetti dovranno riguardare:

  • la filiera del turismo enogastronomico;
  • prevedere un programma di eventi e/o iniziative e/o attività di promozione in grado di attrarre flussi turistici e generare ritorno sui media in termini di visibilità;
  • prevedere azioni di promozione in Lombardia e Italia e/o estero;

L’investimento minimo, sia per i soggetti in forma singola sia per l’aggregazione, dovrà essere pari o superiore a 50.000 euro.

Il contributo concesso non potrà essere superiore a: 50.000 euro per i soggetti in forma singola; 75.000 euro per l’aggregazione.

Sapore in LombardiaTra le spese ammissibili:

  • spese di comunicazione;
  • spese per consulenza;
  • noleggio di hardware e software;
  • noleggio di materiali, attrezzatture e servizi;
  • affitto spazi.

Il contributo sarà concesso mediante una procedura valutativa a sportello secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande e secondo le seguenti fasi: acquisizione delle proposte progettuali preliminari; convocazione, nel corso della quale sarà verificata la coerenza del progetto presentato con il progetto regionale Sapore in Lombardia; acquisizione delle proposte progettuali definitive.

La scadenza per la presentazione dei progetti preliminari sono le ore 12 del 30 giugno 2017.

>>IL BANDO




«Bergamo ha un ricco patrimonio caseario, ma non siamo capaci di valorizzarlo»

Gianluigi Zenti
Gianluigi Zenti

È stato uno degli ambasciatori più preziosi dell’agroalimentare italiano nel mondo Gianluigi Zenti, bergamasco doc (nativo di Zù di Riva di Solto) noto soprattutto per aver sviluppato il mercato americano per il gruppo Barilla (ha anche gestito per Barilla l’«Academia» di Parma, biglietto da visita della cultura gastronomica italiana nel mondo). Ora è tornato in Bergamasca per sviluppare un progetto ad ampio raggio che, partendo dai prodotti della Cooperativa di Vigolo (il formaggio Monte Bronzone in primis), potrebbe in futuro essere in grado di ampliare la sua azione verso altre realtà importanti del food and beverage, col successivo coinvolgimento di attività turistiche e di accoglienza. Sfida affascinante e coraggiosa per il nostro manager caseario, che potrebbe smuovere le acque di un comparto che negli ultimi anni, anche grazie a Expo, ha fatto passi da gigante, ma che poche volte in passato ha avuto una strategia comune ed è stato in grado di fare rete.

Dottor Zenti, lei torna in Bergamasca con obiettivi ambiziosi…

«Ora mi occupo di sviluppo, promozione e difesa dell’identità della cultura enogastronomica italiana attraverso progetti di formazione e internazionalizzazione di imprese italiane all’estero. Nello specifico in Bergamasca mi sto occupando del rilancio del caseificio di montagna della cooperativa agricola Monti e Laghi e di promozione dell’incoming turistico sul lago d’Iseo. Nella stagione estiva 2016 abbiamo portato oltre 600 turisti stranieri provenienti da Regno Unito, Germania, Olanda, Stati Uniti, Danimarca, Francia, Australia, Giappone, Israele, Russia».

L’agroalimentare è una risorsa che potrebbe avere potenzialità superiori nella nostra provincia?

«L’agroalimentare è un asset importantissimo nella Bergamasca, ma fino ad ora poco valorizzato. I settori su cui si è messa maggiore enfasi sono sempre stati industria, costruzioni e servizi mentre su agroalimentare e turismo non sono mai stati fatti investimenti importanti. Il nostro territorio possiede una forte identità caratterizzata dalla sua storia, dalla sua cultura e dalla sua conformazione geografica che lo distingue in modo particolare. Olio, riso, farine, prodotti ittici, salumi, vini e formaggi sono un fiore all’occhiello frutto della nostra tradizione gastronomica ma poco conosciuti e valorizzati sia a livello locale che nazionale e internazionale».

La necessità di fare rete tra produttori, ma anche fra territori è basilare: cosa manca a Bergamo su questo fronte?

«La rete tra produttori e territori è uno strumento tattico ma non strategico. I bergamaschi sanno bene che prima di costruire la casa serve un progetto ben fatto. Per seguire una direzione condivisa è necessario avere una vision, una mission e una strategia chiara con obiettivi misurabili e ruoli/responsabilità chiaramente attribuiti».

Bergamo è la capitale dei formaggi Dop con 9 prodotti, facciamo abbastanza per promuoverli?

«Continuiamo a raccontarci che l’Italia è il paese più bello del mondo, ricco di cultura, cibo, moda, design, mobili, auto di lusso etc. ma siamo arrivati nel 2017 senza essere stati in grado di valorizzare in maniera efficace queste ricchezze mentre la concorrenza di altri paesi sta rubando l’identità dei prodotti italiani. Ad esempio oggi il Grana Padano è la prima Dop Italiana al mondo ma è anche la più contraffatta: oltre il 70% del Grana venduto in America con il nome “parmesan” non è un prodotto italiano ma un prodotto americano commercializzato da una multinazionale. Questo dimostra che anche se il prodotto si rende disponibile su un determinato mercato, senza un’adeguata formazione il consumatore non è in grado di distinguerne la qualità e l’origine. In queste situazioni ha campo fertile la contraffazione e quindi la difesa legale diventa indispensabile per tutelare l’identità dei nostri prodotti».

Stracchino BronzoneQuindi esiste un problema d’identità e ancor prima di comunicazione?

«Esatto. Non basta esistere ma bisogna saper comunicare di esistere. Questo vale in particolar modo per i nostri formaggi. Di 9 Dop solo 4 sono conosciuti a livello nazionale e poco a livello internazionale. Anche il Grana Padano ha una notorietà pari a circa la metà del Parmigiano Reggiano nonostante abbia un fatturato di oltre il doppio».

Monte Bronzone, ma anche Agrì o altre chicche casearie, come il blu di bufala o alcune formaggelle: in che modo sviluppare il business di questi formaggi? Non ci si muove troppo in ordine sparso?

«“Chi fa da se fa per tre” è un detto molto sentito nella Bergamasca ma in un mondo sempre più globalizzato non si può più pensare di andare in ordine sparso. Serve un coordinamento ed è necessario individuare in quali mercati/canali si vuole agire da soli ed in quali creare delle sinergie tra pubblico e privato. Ingredienti essenziali per poter raggiungere risultati positivi rimangono comunque competenze e investimenti. Come già menzionato c’è scarsa conoscenza dei nostri prodotti e del loro utilizzo ed è quindi sempre da qui che bisogna partire. Con i prodotti del Monte Bronzone abbiamo cominciato a sviluppare ricette per aiutare le persone a trovare nuovi modi di utilizzo oltre alle modalità di consumo tradizionali».

Il progetto Erg 2017, che vede Bergamo capofila, potrebbe davvero portare giovamenti al nostro food? Quali gli errori da non commettere?

«Non conosco il progetto Erg nel suo dettaglio, ma da quanto ho letto mi sembra il giusto approccio per creare sinergie tra agroalimentare e turismo enogastronomico. All’aggregazione delle informazioni devono seguire azioni concrete e accordi per stimolare ulteriormente i flussi turistici e il consumo di prodotti enogastronomici. Per poter studiare e portare a termine con successo attività di questo tipo occorrono esperienza e competenze specifici. Il rischio è che non vi siano risultati sostanziali in tempi brevi».




Bergamo vista da Gualtiero Marchesi. Peccato che i formaggi siano camuni

marchesi mazzola
Un fermo immagine del video che racconta l’itinerario di Gulatiero Marchesi a Bergamo

Ci sono anche Bergamo e le Valli tra i sette itinerari firmati da Gualtiero Marchesi per mostrare il “Bello e il Buono della Lombardia” nell’ambito del progetto #SaporeinLombardia promosso da Explora e presentato nei giorni scorsi.

L’obiettivo è promuovere l’attrattività turistica ed enogastronomica con percorsi tra tradizione, cultura e storia locali. I racconti vengono sintetizzati in video, racconti, ricette, un libro e un sito web e oltre a quello su Bergamo ci sono i capitoli “Milano”, “Cremona e Mantova”, “Valtellina”, “Franciacorta e Lago di Garda”, “Brianza e Pavia”, “Lago di Como e Varese”.

I confini territoriali però non sono proprio così rigidi. La sezione dedicata alla nostra provincia ha infatti come sottotitolo “Dove nasce la Rosa Camuna” e nel video, mentre si fa rifermento ai nove formaggi Dop del Bergamasco, si citano invece le specialità della Valle Camonica come il Silter e la Rosa Camuna, appunto, oltre al Grassina Val d’Angolo e al Casolet, che ha origini trentine ma è preposto anche in terra bresciana.

Non mancano comunque i riferimenti più schiettamente nostrani, come il pastore Danilo Agostini che richiama le sue pecore, in apertura del video, la sosta del maestro Marchesi da Alessia Mazzola, chef di Al Gigianca che prepara i casoncelli ed un suo piatto di carne di pecora gigante bergamasca con crema di patate e chutney di barbabietola, passando per il monastero di Astino, luogo del cuore di Gino Veronelli, per la Fondazione Donizetti, Lovere e l’Accademia Tadini, la cucina della famiglia Cerea.

È vero che quando si parla di turismo e attrattività le frontiere è meglio abbatterle, ma forse un po’ più di precisione non sarebbe guastata.




Franciacorta, i produttori si danno al cinema

 

https://www.youtube.com/watch?v=Ffjyk0YfhSU
Venti minuti di immagini di forte impatto, con i colori delle viti, del lago e il mondo del Franciacorta raccontato dai suoi produttori: Maurizio Zanella, Silvano Brescianini, Giulia Cavalleri, Riccardo Ricci Curbastro, Antonio Moretti; e ancora, Andrea Arici, Lucia Barzanò, Daniele Gentile, Gigi Nembrini.

C’è voluto un anno e mezzo di lavoro, ma la terra delle bollicine ora ha un film documentario che la celebra. Si chiama “F for Franciacorta” e racconta il lavoro dell’uomo nei vigneti durante lo scorrere delle stagioni,  le origini storiche, il metodo di produzione e il miracolo delle bollicine, ma anche la bellezza del territorio.

Il film è la realizzazione di un progetto voluto da tutti i produttori del Consorzio Franciacorta, è scritto e diretto da Massimo Zanichelli, affermato regista ed esperto di enologia, e avrà versioni in inglese, tedesco e giapponese. Per realizzarlo sono stati impiegati sistemi di ripresa e tecnologie di ultima generazione: droni con otto motori per riprese aeree, camera 4k raw per riprese video con lenti cinema e steady-cam stabilizzate elettronicamente di ultima concezione.

Il documentario, che ha richiesto tempo e investimenti, sarà un importante strumento di promozione del territorio.Dal girato del film sono stati realizzati anche altri prodotti video, come il backstage, il teaser e il trailer. http://film.franciacorta.net

film franciacorta

 

 




Turismo, Bergamo sul web batte Verona, Mantova e Brescia

La comunicazione turistica fa un balzo in avanti grazie al progetto Visit Bergamo, che ha tirato le somme dopo i primi sei mesi di attività. Fulcro del sistema è il sito www.visitbergamo.net, che nel trimestre campione giugno-agosto ha visto triplicare gli utenti unici rispetto all’anno precedente. In media sono 3.617 i visitatori giornalieri (54% italiani, 46% dall’estero) , con una permanenza sulle pagine di oltre 3 minuti ciascuno, mentre sono oltre 80mila utenti gli iscritti spontaneamente al rinnovato servizio di newsletter.

E così la rete parla sempre più di Bergamo. Su TripAdvisor, ad esempio, la progressione del dato relativo ai commenti è notevole: nel gennaio 2013 erano 2.681 i commenti sul capoluogo orobico, nell’aprile 2015 5.260 (+96% in 28 mesi di tempo), mentre oggi sono 8.523, con una variazione percentuale in positivo del 62% in soli sei mesi. La media di post al mese sulla città passa così dai 92 dell’aprile scorso ai 544 attuali.

Parallelamente migliora il “sentiment” sulla città, a dimostrazione che Bergamo ha migliorato sensibilmente il suo modo di comunicare tutte le sue parti, riuscendo a trasmettere una migliorata percezione di sé verso il visitatore.

«La nostra città sta uscendo dal guscio e sta riuscendo ad affermarsi per quella che è davvero, una straordinaria città d’arte e di cultura – sottolinea Nadia Ghisalberti, assessore al Turismo del Comune di Bergamo –. Un esempio concreto: solo in questi giorni Bergamo si impone sul palcoscenico nazionale e internazionale grazie alla forza della sua offerta culturale, dalla prima nazionale di “Due donne che ballano” al Teatro Sociale, alla rappresentazione di questa sera di un’attesissima Anna Bolena di Gaetano Donizetti (che ha richiamato giornalisti da tutta Italia e dall’estero), al ritorno del capolavoro assoluto del Sarto di Giovan Battista Moroni e alla grande mostra dedicata a Malevic. Visit Bergamo ha consentito di attuare strategie in grado di comunicare verso l’esterno l’essenza della nostra città, un brand che dobbiamo saper sfruttare per imporre la nostra città all’attenzione internazionale».

«La prima fase del portale Visit Bergamo – spiega Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e consigliere delegato al Turismo della Provincia di Bergamo – ci ha permesso di affrontare la stagione di Expo con buoni risultati, testimoniati dai dati dell’Osservatorio Turistico della Provincia. Ora lanciamo una seconda fase del progetto Visit Bergamo, molto più strutturata e in grado di svolgere un ruolo di vera regia tra tutti gli operatori che lavorano nel settore turistico della nostra provincia. Si tratta infatti di un progetto a medio termine che prevede la partecipazione diretta degli operatori (albergatori, ristoratori, ma anche attività commerciali, ecc.) e una serie di servizi destinati ai territori».

Il sito www.visitbergamo.net si presenta già rinnovato nell’interfaccia e nei contenuti ai visitatori: una nuova veste grafica, che privilegia l’immagine, un menù meglio organizzato e più leggibile con uno speciale box per il lancio di eventi, servizi o advertising, foto aggiornate alla stagione invernale a cui si accompagna la conferma della scelta degli editoriali.

Il portale presenta un miglioramento degli strumenti di ricerca, lo snellimento e una più efficace comunicazione degli eventi e delle possibilità di raggiungerli.

La parte più innovativa riguarda però, come detto, l’apertura agli operatori del settore. Ogni albergatore, ristoratore o struttura per il turismo che aderisce al progetto Visit Bergamo ha la possibilità di usufruire di una pagina dedicata, alla quale può accedere per caricare contenuti propri, organizzati e visualizzabili con lo stile accattivante proprio del sito. Ogni operatore potrà inserire le proprie offerte, ma anche i propri menu, i propri punti di forza, caricando anche contenuti multimediali di impatto e sfruttando le possibilità di visibilità che il portale offre.

Oggi il sito VisitBergamo è il 16millesimo sito più cliccato in Italia, più di mille posizioni sopra Visit Verona, 10mila meglio di Visit Mantova, 20mila meglio di Tourism Brescia, 14mila sopra Wonderful Expo e 25mila meglio di Visit Garda. Nel periodo maggio-ottobre 2015 il portale bergamasco è stato in media di gran lunga il più cercato e cliccato sul motore di Google, rispetto a città come Brescia, Mantova, Ravenna o Perugia, città medie o vicine che rappresentano buoni elementi di paragone sulla promozione turistica.

A partire da questi risultati si sviluppano le strategie per il futuro: si va verso un portale in grado di gestire prenotazioni, sia verso alberghi che ristoranti, abbreviando i tempi e tagliando i passaggi per coloro che desiderano visitare il nostro territorio.

«Siamo al lavoro anche per realizzare anche novità rispetto alla gestione stessa dell’Agenzia di promozione turistica bergamasca– annuncia Luigi Trigona, presidente di Turismo Bergamo – . Turismo Bergamo deve divenire un’agenzia sempre più attenta all’innovazione e alle best practice del settore. I risultati ottenuti in questi sei mesi sono il frutto di un lavoro di squadra che ha visto collaborare in modo nuovo le principali istituzioni della città: Turismo Bergamo, Camera di Commercio, Comune e Provincia. Ciascuno ha fatto la sua parte e noi come Turismo Bergamo abbiamo messo a disposizione sia risorse economiche che personale in una misura consistente. Devo dire che sicuramente questo fare rete e lavorare insieme è una delle prime eredità che Expo ci lascia. Abbiamo imparato un metodo che rimarrà come patrimonio da far fruttare per il bene del nostro territorio».

 




Val Cavallina e lago di Endine, decolla l’agenzia turistica

Val cavallinaLa Val Cavallina prende ad esempio la Val Seriana e la Val di Scalve e cerca nel turismo una chiave di rilancio e valorizzazione del territorio. Si ispira infatti e si avvale della collaborazione di PromoSerio, l’agenzia di sviluppo turistico che ha dato unità e coordinamento alle iniziative seriane, il Comitato Turistico in fase di costituzione “inValCavallina”, patrocinato e sostenuto economicamente di 18 comuni, da San Paolo d’Argon a Endine Gaiano.

La nuova realtà ha l’obiettivo di «dare un volto nuovo e strutturato alla nostra bella valle con il nostro piccolo e incantevole lago» spiegano i promotori, consapevoli che «fare un buon lavoro in sinergia non solo è possibile ma indispensabile per poter garantire la sopravvivenza nel settore turistico-culturale di un intero territorio con la propria identità».

Raccolto il consenso e l’impegno delle Amministrazioni comunali, ora il progetto, per essere pronto per la stagione 2016, vuole farsi conoscere agli operatori privati, componente indispensabile per la definizione e lo sviluppo delle iniziative. Per questo è stata organizzata un’assemblea pubblica informativa aperta a tutti, ma in special modo agli imprenditori e alle aziende di tutte le categorie, che oltre a conoscere i dettagli dell’azione potranno essere coinvolti nei comitati e progetti tematici da lanciare nel nuovo anno.

L’appuntamento è fissato per venerdì 30 ottobre alle ore 21 nel cineteatro Nuovo di Trescore Balneario. A dicembre invece – presumibilmente il 12 – l’assemblea plenaria provvederà alla ratifica dei consiglieri tra i quali sarà eletto il presidente di inValCavallina. A Promoserio è affidato il compito della gestione manageriale ed amministrativa del Comitato per il prossimo triennio.

La scaletta dei lavori del Comitato Turistico è già ben chiara. Prevede innanzitutto la creazione e l’aggiornamento di un sito internet dedicato al territorio, agli eventi e alla ricettività, ma anche lo studio e lo sviluppo di un marchio turistico e la realizzazione e pubblicazione di materiale informativo, di un libretto con gli eventi stagionali oltre a campagne pubblicitarie mirate.

C’è anche l’idea di valorizzare specifici segmenti de prodotto turistico, con particolare riferimento all’arte, ai musei, allo sport, alla natura, al lago e alla montagna, la creazione di un progetto dedicato agli affitti turistici con la realizzazione di pacchetti, itinerari e di un sistema di prenotazione on line per hotel, bed and breakfast e affittacamere.

Non manca la partecipazione a fiere e manifestazioni, la promozione di nuovi eventi locali ma anche il coordinamento e la razionalizzazione di quelli già esistenti, nonché la partecipazione a bandi e progetti pubblici e privati. Il Comitato Turistico gestirà anche lo Iat Valcavallina e le altre attività delegate dai Comuni e dai privati sui temi della promozione e dell’accoglienza turistica.

I COMUNI ADERENTI

I Comuni aderenti ad In ValCavallina sono 18 e abbracciano l’intero territorio valligiano: Bianzano, Ranzanico, Endine Gaiano, Spinone al Lago, Monasterolo del Castello per l’area del Lago di Endine; Casazza, Gaverina Terme, Grone, Borgo di Terzo, Vigano San Martino, Luzzana, Berzo San Fermo per la Media Val Cavallina; Trescore Balneario, Cenate Sopra, Cenate Sotto, Entratico, San Paolo d’Argon, Zandobbio per la Bassa Val Cavallina.