Voci del Mare, 25 anni di ristorazione “formato famiglia”

Di certo non mancavano né il coraggio né la fiducia ai fratelli Maria Cristina e Vincenzo Amato anche loro provenienti da Tramonti, sulla Costiera amalfitana, in provincia di Salerno, comune che ha dato a Bergamo e provincia un numero consistente di cuochi ma soprattutto di pizzaioli e almeno una ventina di locali.

Avevano infatti rispettivamente 20 e 21 anni nel 1990 quando hanno aperto in città, in via San Bernardino 106, il ristorante pizzeria le Voci del Mare. La famiglia, non solo in senso metaforico, si è poi ben presto allargata. Sono infatti arrivate due sorelle gemelle, Lucia e Lina, e i “fondatori” si sono sposati con l’inserimento quindi della moglie di Vincenzo, Luisa, e del marito di Maria Cristina, Beppe a completare la squadra.

«Siamo qui ormai da 25 anni – racconta Maria Cristina – e di strada ne abbiamo fatta conquistandoci quella che per noi è ormai una clientela tradizionale. In effetti non siamo partiti alla cieca visto che sia io, in cucina, sia mio fratello come pizzaiolo avevamo già una discreta esperienza anche in provincia di Bergamo, avendo iniziato a lavorare all’età di 14 anni. Che piatti preparo? Cucino così come piace mangiare a me: tradizionale, sano, genuino e abbondante, non mi piacciono le miniporzioni anche se mantenere il prezzo basso è difficile».

voci del mare - salaIl locale è ampio, circa 200 coperti, e all’inizio del nuovo anno verranno ristrutturati sia l’ambiente sia l’arredamento. Per la sua capienza le Voci del Mare si presta anche a banchetti e cerimonie con un costo massimo di 30 euro a testa (dieci per i bambini) per menù che comprendono dall’antipasto al dolce. Un altro punto di forza del ristorante è il servizio a domicilio, mezzogiorno e sera, senza maggiorazione di prezzo sia per le pizze sia per i piatti di cucina: si fissa l’orario e il menù arriva tutto a casa o al lavoro puntuale, posate comprese.

«Per il menù di mezzogiorno abbiamo una clientela pressoché fissa anche se ci sono delle oscillazioni stagionali – rileva la titolare -. Alla sera abbiamo invece soprattutto famiglie, che possiamo dire ci seguono da anni, si sono affezionate. Proprio perché questo è il nostro bacino principale la nostra cura sta nel proporre anche i menù baby a 3 euro e pizza baby a 2,50 euro».

E se la pizza è senz’altro il piatto più gettonato non mancano spunti interessanti anche dalla carta. L’antipasto imperiale propone cozze, frutti di mare, vongole, gamberetti e spada affumicato oppure c’è il fritto campano con crocchette, olive ascolane e verdure pastellate ed anche il tris di affumicati: spada, salmone e tonno. Per rispetto alla tradizione locale non mancano i casoncelli alla bergamasca ma il richiamo del mare è fortissimo ed esercitato, ad esempio, dagli scialatielli alle vongole e pomodorini o dalla pasta al cartoccio con i frutti di mare o ancora dai tagliolini al nero di seppia.

Classica la lista per quanto riguarda i secondi piatti di pesce con grigliata mista, fritto misto, orata e pesce spada. Buona anche la presenza di carne con costate, bistecche e i filetti mentre la cotoletta alla milanese, gigante, oltre che alla maniera classica, viene servita con cinque farciture diverse. I dolci sono torte fatte in casa.

E per chiudere con un sorriso alla cassa troverete una sorpresa. Per una spesa superiore a 15 euro vi sarà consegnato una specie di “gratta e vinci” con la differenza che alle Voci del Mare si vince sempre: si va da una bibita in lattina a uno sconto del 10% sul conto.

LA PROVA

A mezzogiorno proposte per tutte le tasche

È ancora fermo ai 10 euro il prezzo menù di mezzogiorno completo a le Voci del mare. Ci sono poi altre combinazioni che prevedono 6 euro per il solo primo piatto, 8 per il secondo con contorno. Altre soluzioni prevedono a 10 euro il menù insalatona e il menù pizza, 8 per il panino-pizza farcito a scelta con insalata, salumi, formaggi o tonno. Infine per la costata di manzo o il fritto misto con contorno il costo è di 18 euro. Tutti i menù comprendono acqua, vino o altra bevanda e caffè.

Il nostro obiettivo è, come sempre, testare il menù completo che nell’occasione prevedeva: pasta alla carbonara, alla siciliana e al pomodoro tra i primi mentre tra i secondi piatti si poteva scegliere tra il vitello tonnato, i pesciolini fritti e il prosciutto cotto ai ferri. Contorni: patatine fritte, insalata e verdure cotte.

Buoni i tagliolini alla carbonara, stuzzicanti i pesciolini fritti, per altro gettonatissimi, il tutto completato da un buon piatto di verdure cotte. Per dieci euro, in tutta onestà, difficile pretendere di più, un rapporto qualità-prezzo decisamente soddisfacente.

Voci del Mare
via San Bernardino, 106
Bergamo
tel. 035 314849
chiuso il lunedì
www.vocidelmare.it

 




I ristoratori portano in tavola l’arte di Malevič

Kazimir Malevič stimola la creatività dei ristoratori bergamaschi. Sono infatti otto i locali – cinque in città e tre in provincia – che da oggi fino a gennaio propongono nei loro menù piatti  ispirati alla tradizione russa, in omaggio alla retrospettiva sul grande artista che la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita fino al 17 gennaio.

Le proposte comprendono piatti della tradizione russa rivisitati, menù ispirati alle opere dell’artista e impiattamenti originali.

L’iniziativa rientra nel progetto Tutti Pazzi Per Malevič, promosso dai Servizi Educativi della GAMeC con l’obiettivo di costruire una rete di collaborazioni tra istituzioni, associazioni, enti della Città e della provincia di Bergamo, a cui partecipano Ascom e Confesercenti.

La retrospettiva dedicata al pittore russo è curata da Evgenija Petrova, vice direttore del Museo Russo di Stato di San Pietroburgo, e da Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC. È coprodotta dalla GAMeC e da GAmm – Giunti Arte mostre musei, in collaborazione con il Museo Russo di Stato di San Pietroburgo.

Il percorso espositivo copre 30 anni della produzione artistica di Malevič, dalle prime opere simboliste ai capolavori del periodo suprematista; dalla produzione legata al design e all’architettura ai bozzetti per costumi teatrali, fino ai lavori realizzati negli ultimi anni di vita. A queste si aggiungono lavori di importanti artisti russi di inizio Novecento, documenti e filmati relativi al periodo storico di riferimento.

Questi i ristoranti aderenti

In città
  • Enoteca Zanini Osteria – via Borgo Santa Caterina, 90/A
  • Gennaro e Pia – via Borgo Palazzo, 419
  • I sapori… di terra e mare – via Pitentino, 16
  • Da Mimmo – via Colleoni, 14
  • Mimì, la casa dei sapori – via Colleoni, 26
E in provincia
  • La corte del Noce – via Biffi, 8 – Villa d’Adda
  • Sorriso – via Enea Talpino, 79 – Selvino
  • Da Nano – via Pietro Cagnoni, 45 – Foresto Sparso

Per informazioni sulla mostra e sulle proposte dei ristoratori: www.mostramalevic.it




Al Vigneto, i profumi d’autunno sposano il Franciacorta

al vignetoLa cucina stellata del ristorante Al Vigneto di Grumello del Monte (Bg) fa sposare i profumi d’autunno con i vini Franciacorta dell’azienda La Montina di Monticelli Brusati in una serata a tema in programma giovedì primo ottobre.

 

Ecco il menù

  • Insalatina di porcini e ovuli, crema all’arancia e mandorle tostate
  • Lasagnetta di funghi porcini con fonduta di taleggio e piccadilly canditi
  • Strozzapreti di pasta fresca con finferli al basilico, nocciole e mirtilli
  • Carosello di funghi porcini con polenta morbida
  • Friandises
  • Cremoso di uva, spuma di banana e gelato al pistacchio

Il costo è di 55 euro a persona, bevande incluse

www.alvigneto.it




Locanda della Corte, serata speciale con il risotto da premio

risotto locanda della corteDue eventi in uno. Giovedì 17 settembre La Locanda della Corte di Alzano festeggia il nono compleanno e la vittoria ottenuta con il proprio risotto al Trofeo Salera.

Il menù ruota attorno alla ricetta che ha conquistato la giuria di esperti lo scorso 7 settembre, tra la ventina di proposte presentate da chef provenienti dalla Lombardia e dal resto d’Italia.

  • Entrée – Cappella di Porcino arrostita nelle foglie di vite
  • Specialità della Serata – Risotto 1° Classificato al Trofeo Salera – Risotto mantecato alle Bollicine Franciacorta con Carbonada di Bue al Barolo e Crema di Strachitunt
  • Assaggio di Formaggio Stravecchio ValBrembana
  • Dessert – Novità a sorpresa dello chef pasticciere
  • Brindisi con i Locandieri

Il prezzo è di 38 euro (vini esclusi scelti alla carta su consiglio del sommelier)

È richiesta la prenotazione (tel. 035 513007 – info@locandadellacorte.it)

 




I novant’anni di Mimmo e quel locale comprato in un quarto d’ora

Mimmo Amaddeo e la moglie Lina

 

Si possono riassumere 60 anni di ricordi e di cucina a Bergamo? Se c’è qualcuno che può farlo è Mimmo Amaddeo, fondatore dell’omonimo ristorante in Città Alta e ristoratore da una vita, che ha festeggiato il traguardo dei novant’anni in questi giorni ed è una vera e propria istituzione sulla Corsarola.

Passato e presente si rincorrono nelle sue parole, ne esce un ritratto dolceamaro di una Bergamo lontana, soffocata dalla povertà, e l’orgoglio per un gioiello che infine è uscito dal cassetto.

«Ho varcato la porta di Bartolomeo Colleoni il 1 agosto del 1956. Non avevo ancora trent’anni. Era un pomeriggio afoso, sono entrato in quello che in tutti questi anni è stato il mio ristorante e in un quarto d’ora ho stretto l’affare». «In quegli anni – ricorda – eravamo appena usciti dalla guerra, a Bergamo c’era una grande miseria e molti emigravano all’estero. I locali erano fatiscenti, i bagni erano comuni e quando si entrava sembrava di essere in camere a gas. L’ufficiale giudiziario di allora, un certo Crispino, era il terrore di tutti, fu lui a far fare a tutti i gabinetti».

Mimmo è sempre stato uno che guardava avanti, un innovatore. Con la moglie Lina, entrambi calabresi, ha fatto apprezzare i sapori della cucina popolare italiana, in particolare la pizza, piatto quasi misterioso per i palati orobici (Mimmo è stata la seconda pizzeria aperta a Bergamo dopo Pio ed è la più vecchia tra quelle ancora attive, nonché negozio storico riconosciuto dalla Regione Lombardia).

«Bergamo era un tesoro nascosto, la cenerentola delle città italiane – dice –. Poi gli emigranti sono tornati con i soldi che avevano risparmiato lavorando all’estero, sono arrivati altri ristoranti, gli alberghi, e la gente è cominciata a venire in Città Alta». «Ora – ci racconta con orgoglio – Bergamo è terra di tutto il mondo, non solo dei bergamaschi, ogni giorno ci sono sempre più visitatori».

Tra i suoi ricordi più cari ce ne sono due: «i pomeriggi in cui i bambini venivano al ristorante per vedere al nostro “baraccone di televisore” la tv dei ragazzi, perché in quegli anni erano in pochi ad averla a casa», e il giorno in cui Adriano Celentano si è affacciato alla porta. «Ricordo ancora quel fatto, venne da me e mi chiese un tost».

Da qualche anno Mimmo ha lasciato la guida del ristorante a due dei suoi sette figli, Roberto e Massimo, ma se andate, lo trovate lì ad attendervi all’ingresso, con la moglie e con il suo “buongiorno” e“buonasera”. Come negli ultimi sessant’anni.




Nembro, chiude il ristorante “del manichino”

coq d'or- manichinoChi ha percorso almeno una volta la strada provinciale della Val Seriana non può non averlo notato. La figura di cameriere a grandezza reale in bella vista sull’angolo di un complesso immobiliare in zona San Faustino, tra Nembro e Albino.

È lo speciale testimonial scelto dal ristorante Coq d’Or quando nel 1967 i coniugi Milesi hanno aperto l’attività. Ben pettinato, elegante nella sua divisa bianca, un tempo recava un vassoio dove di volta in volta venivano esposti in bella vista i piatti che richiamavano l’attenzione sulle specialità del momento. Si avvicendavano il pollo, il fagiano, la trota, polenta e uccelli e per i bambini era un classico scommettere su quale portata sarebbe stata “servita” al momento del passaggio in auto. Con gli anni l’aggiornamento del menù è venuto meno ed è sparito anche il vassoio, ma il cameriere è rimasto un punto di riferimento, una sicurezza in un paesaggio in continuo mutamento. Per 48 anni.

Ora i titolari hanno scelto di chiudere. Lo faranno il 16 agosto. «Fortunatamente abbiamo raggiunto l’età della pensione – racconta Christian Milesi, 60 anni, che con la moglie Gabriella ha portato avanti la gestione dopo i genitori -. Certo, un po’ dispiace perché in questa attività ci sono cresciuto, ma dall’altro lato siamo contenti di prenderci finalmente un po’ di tempo per noi, cosa che non è mai stata possibile prima, per via dell’impegno col ristorante. I nostri tre figli hanno preso altre strade, è stata una decisione serena. Ora siamo alla ricerca di qualcuno che prenda in affitto i locali, ma vogliamo che sia un progetto serio, che porti in qualche misura avanti la tradizione».

Una tradizione cominciata nel ’59 quando papà e mamma Milesi, emigrati in Francia, tornarono a Nembro ed aprirono una trattoria in via Ronchetti. «Nel ’67 ci siamo trasferiti qui – spiega – e il manichino è arrivato poco dopo. Ce n’erano tre versioni, la signora, il bambino e l’uomo, abbiamo scelto quest’ultimo». Il nome del locale non lo si deve invece all’esperienza in Francia o almeno non direttamente. «È stato un cliente che veniva a mangiare il “coq au vin” a suggerire di chiamarlo Coq d’Or», ricorda.

ristorante coq d'orAi fornelli Christian ha raccolto il testimone della madre e portando avanti i piatti forti della cucina bergamasca, casoncelli, scaloppine ai funghi e poi brasati, di asino, di cavallo, di cervo, con l’immancabile polenta, oltre alle proposte più classiche della cucina italiana.

Collocato su una via di grande passaggio – fino all’apertura della superstrada Seriate-Cene -, ha rappresentato un approdo sicuro per tanti viaggiatori e per il pranzo di mezzogiorno, con clienti abituali che anche per 10 o 15 anni hanno mangiato lì tutti i giorni. E adesso che fine farà il cameriere? «Se lo vorranno, lo cederemo volentieri ai nuovi gestori – dice Milesi -, altrimenti gli farò indossare una giacca da Carabiniere e lo metterò sul terrazzo di casa nostra, abitiamo sopra il ristorante. Visto il problema della sicurezza, chissà che non serva da antifurto… – scherza -. In fondo, dopo tanti anni è venuto anche per lui il momento di cambiare mestiere!».




Songavazzo, debutta la festa dei birrifici artigianali

baitella - birre artigianaliGli amanti della birra artigianale (ma anche quelli delle sagre e del cibo all’aria aperta) hanno 21 motivi per partecipare alla prima Festa della Birra artigianale organizzata dal ristorante La Baitella di Songavazzo.

Tante infatti sono le birre, alla spina e in bottiglia, che propone la manifestazione, in abbinamento a cucina e musica dal vivo con gruppi diversi ad alternarsi sul palco.

Le date quelle dell’ultimo fine settimana di luglio: venerdì 24 (con apertura di spine e cucina dalle 19), sabato 25 (dalle 18) e domenica 26 (dalle ore 10). Il luogo la tensostruttura denominata “Baitenda”, allestita di fianco al locale, sulla strada per Onore.

Le birre presenti

  • BIRRIFICIO CAROBBIOLO – WEISS AL FARRO
  • BIRRIFICIO CAROBBIOLO – ESTIVA – BIRRA CHIARA
  • BIRRIFICIO S.PAOLO – PECAN
  • BIRRIFICIO S.PAOLO – LAGHE PACIFIC ALE
  • BIRRIFICIO BALANDERS – PITOTA
  • BIRRIFICIO BALANDERS – HAPA
  • BIRRIFICIO VALCAVALLINA – SUN FLOWER – GOLDEN ALE
  • BIRRIFICIO VALCAVALLINA – POLLY JEAN – LIGHT IPA
  • BIRRIFICIO VALCAVALLINA – CALYPSO – AMERICAN PALE ALE
  • BIRRIFICIO MAGA – IPA
  • BIRRIFICIO MAGA – ESB – STRONG BITTER
  • BIRRIFICIO MAGA – PORTER
  • BIRRIFICIO MAGA – STOUT
  • BIRRIFICIO DOM BYRON – ICARUS – GOLDEN ALE
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – MALEDETTA
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – CORTIGIANA
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – MY ANTONIA
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – STELLE & STRISCE
  • BIRRIFICIO OYSTER – OYSTER STOUT
  • BIRRIFICIO MAXLRAINER – LEO WEISSE
  • BIRRIFICIO MAXLRAINER – AIBLINGER SCHWARZBIER

E i piatti da abbinare

I FRESCHI
  • Crudo Il Botto di Ardesio e melone
  • Rost beef marinato alla birra cotto nel sale nero
  • Salumi e formaggella az. agricola Bellini Giacomo
I FRITTI
  • Sciatt della Valtellina
  • Verdurine in pastella
  • Patate fritte
I FORTI
  • Kebab de Berghem (pane e strinù)
  • Wurstel e crauti
  • Manzo marinato alla birra

 




Ol Colabiol, a luglio cena di pesce a prezzo promozionale

ol colabiol - VerdelloPer sentirsi al mare anche in città il ristorante pizzeria Ol Colabiol di Verdello propone per tutto il mese di luglio una promozione per una cena a base di pesce.

L’offerta comprende uno stuzzichino d’apertura, carpaccio di spada affumicato con pomodorini e olive nere e gran fritto di calamari, gamberi, sarde e acquadelle. Il tutto accompagnato da vino, acqua e caffè. Il costo è di 20 euro (anziché 33). Se si aggiunge un sorbetto o un gelato il prezzo è 23 euro.

L’offerta è valida tutte le sere solo su prenotazione (tel. 035 4873109).

Il ristorante è in piazza monsignor Chiodi al numero 1. È ospitato in quello che anticamente era uno “stall”, una struttura rurale da cui prende il nome. Lo conduce Raniero Ubbiali che in cucina ha collezionato esperienze stellate e nel 2010 ha scelto di aprire un locale suo nella casa abitata da generazioni dalla sua famiglia.




Zim, l’albanese che abbatte le frontiere con la cucina

Quando una deliziosa e ricca crudité di pesce abbatte i confini e unisce i popoli. Dall’Albania post comunista in gommone, 36 ore in balia delle onde del mare per approdare nel “Bel Paese”. Era il 1997, il viaggio di Gezim Prekaj è stato un’odissea dal lieto fine. Dal 2004 gestisce, con  successo, il ristorante pizzeria “Al Vecchio Pozzo”, in Piazza Camozzi al numero 6, nel centro storico di Grumello del Monte, dove i primi suoi sostenitori sono stati, ironia della sorte, i leghisti del paese.

Vecchio Pozzo - Gezim Prekaj«Come dite voi, lo ho presi per la gola – sorride Zim –, ma non è stato per nulla facile, ho iniziato come classico ristorante specializzato nel pesce, ma solo dopo aver inserito la pizza qualcosa se è mosso. Poi, dopo aver partecipato alla prima festa della Lega Nord, il locale ha cominciato a riempirsi e ora mi posso ritenere soddisfatto del mio lavoro».

La realizzazione di un sogno? «Ho imparato un pochino d’italiano guardando le vostre televisioni in Albania. Quando sono arrivato i pregiudizi verso di noi erano forti, ma devo dire che questo non l’ho riscontrato a Grumello: io ho pensato solo a lavorare con professionalità e passione, sapendo che prima o poi la clientela avrebbe apprezzato la mia cucina».

Nel menù propone tantissime tipologie di pizza – la scuola è quella del fratello Pashko, pizzaiolo che ora gestite un avviato locale ad Albano Sant’Alessandro -, ma la soddisfazione maggiore proviene da coloro che arrivano per concedersi una vera abbuffata di piatti di pesce. «Il mio piacere è vedere un amico, un cliente, che si dice entusiasta dopo aver assaggiato una spaghettata al granchio reale, dei medaglioni di tonno in crosta di semi di papavero, sesamo e pepe nero con carciofi trifolati oppure una millefoglie di orata con spinaci – sottolinea Zim –. Vogliamo dare il massimo della qualità, pesce fresco ad un prezzo giusto».

Il ristoratore è pure diventato un tifosissimo della Grumellese, che quest’anno ha esaudito il suo desiderio espresso in uno striscione esposto allo stadio, quello della promozione (in serie D). «Posso dire di essere stato adottato da questo paese che mi ha accolto con affetto – afferma -, oggi festeggio non solo il successo della squadra di calcio ma anche il mio, brindando con un profumato pinot nero, che consiglio sempre anche a coloro che mangiano pesce. Un abbinamento vincente che condivido con tutto il mio staff, a partire dal fondamentale contributo dello chef Giambattista Oldrati, senza dimenticare il tocco di dolcezza di mia mamma File, maestra nei dolci». Intanto Zim ha portato la sua formula anche fuori dal locale di Grumello, sviluppando l’attività di catering.

Ristorante pizzeria “Al Vecchio Pozzo”
piazza Camozzi, 6
Grumello del Monte
tel. 035 833619
chiuso il martedì sera
www.vecchiopozzo.com



Gina, sessant’anni di ristorazione e nessuna voglia di smettere

Gina Invernizzi con la figlia Antonella e la nipote Valentina

 

Entri nel locale e te la trovi subito davanti. Il simbolo dell’attività è lei: la Gina, all’anagrafe Gina Pierina Invernizzi di anni 80. Da dietro la cassa sorveglia tutto l’andamento del ristorante pizzeria che porta il suo nome. Siamo Da Gina, appunto, in via Marconi 95 a Seriate.

«Amo il mio lavoro, la mia vita è qui – racconta la signora – ormai da 60 anni, anche se abbiamo cambiato un po’ di posti. Chiudo alla mezzanotte e sono la prima ad aprire alle 7,30. Spero di continuare così ancora per qualche anno». «In verità non riusciamo a schiodarla dal suo posto né a farle fare qualche giorno di vacanza – precisa la figlia Antonella che con la madre conduce il locale –. La sua presenza è preziosa per la grande esperienza e per come sa trattare con i clienti che ormai, possiamo dire, conosce da generazioni».

da gina esterno ridL’avventura inizia in Svizzera, nel 1952, quando la signora Gina incontra Emilio Federici (purtroppo scomparso nel 1990). Entrambi sono lì per lavoro, poco dopo si sposano e rientrano in Italia aprendo una trattoria, sempre a Seriate, a circa un chilometro di distanza dalla collocazione attuale. È il 1955 ed è, ovviamente, una trattoria vecchio stile, anzi un Circolo Combattenti e Reduci per la precisione, dove ogni tanto si cucina anche.

La trasformazione nel 1976 con la costruzione e il trasferimento nell’attuale edificio, ampliato e ristrutturato nel 1997 sino a raggiungere le dimensioni odierne e le linee di arredamento che ancora stanno ben al passo con i tempi. Si tratta di un locale molto ampio, che raggiunge i 250 coperti distribuiti su tre sale, una delle quali si trasforma in dehors nella bella stagione.

«Abbiamo la possibilità di accontentare un po’ tutti – racconta Antonella Federici – visto che possiamo fare ricevimenti ma anche feste più piccole riservando delle sale. Per ogni occasione o ricorrenza prepariamo dei menù particolarmente ricchi e siamo ben attrezzati per ogni esigenza, del resto non è certo l’esperienza che ci manca». Come naturale, sessant’anni di attività l’offerta ha seguito l’evoluzione dei tempi e c’è sempre molta attenzione alle variazioni nei gusti della clientela. «Abbiamo tre cuochi ben preparati  e attualmente la tendenza ci porta a privilegiare i piatti di pesce, ma non per questo trascuriamo la cucina tipica, con salumi misti, formaggi e confetture, foiade e casoncelli, e poi tagliate e grigliate miste. Le paste fresche, compresi i casoncelli, le fa
cciamo in casa come tutti i dolci. Proponiamo due menù degustazione, uno di carne e l’altro di pesce rispettivamente a 33 e 35 euro. Il pesce comunque sembra incontrare da noi grandi favori».

da gina interno ridUn menù tipo di pesce che va per la maggiore? «La scelta è abbastanza ampia – dice Antonella – ma si potrebbe partire con un antipasto cotto e crudo per passare a delle linguine all’astice e proseguire con un fritto misto, un branzino o un’orata oppure con l’astice alla Catalana che sta andando molto di moda. La spesa? Attorno ai 40 euro, vini esclusi. Puntiamo naturalmente molto sulla qualità delle materie prime senza trascurare anche l’aspetto estetico dei piatti. Abbiamo clienti veramente da generazioni e non possiamo deluderli».

Nel frattempo nonna Gina (visto che c’è anche la nipote Valentina che nel frattempo ha preso un indirizzo scolastico diverso rispetto alla ristorazione) sta imperterrita e attenta alla cassa ed ogni tanto interviene con qualche battuta frutto della sua lunga esperienza: «È un lavoro che amo, è la mia vita, alle vacanze ci penseremo…».

Ristorante pizzeria Da Gina
via Marconi 95
Seriate
tel. 035 295038
www.ristorantedagina.it