Zingonia e Dalmine, dopo i fatti di sangue più controlli e videosorveglianza

videosorveglianzaDopo i gravi fatti di sangue avvenuti a Verdellino l’11 novembre scorso e a Dalmine il 13 novembre, la situazione della sicurezza pubblica nell’area di Zingonia e Dalmine è stata la centro di una riunione tecnica delle Forze di Polizia, nella mattina del 27 settembre, presieduta dal prefetto Francesca Ferrandino con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo Francesco Dettori e del procuratore aggiunto Massimo Meroni.

Con i sindaci di Dalmine, Boltiere, Ciserano, Osio Sotto, Verdellino e Verdello è stato fatto il punto e le valutazioni dei primi cittadini sono risultate positive sia per i risultati immediati ottenuti dall’Arma dei Carabinieri in seguito ai fatti delittuosi sia per la qualificata e costante presenza del personale delle Forze di Polizia. Tuttavia, durante l’incontro è stata concordata all’unanimità la necessità di potenziare le reti di collaborazione per migliorare l’azione.

I rappresentanti delle Forze di Polizia e le Polizie Locali hanno così concordato ulteriori strategie mirate a prevenire e contrastare il fenomeno dello spaccio all’esterno delle scuole e nei luoghi di ritrovo dei ragazzi, oltre a quelle già delineate nella riunione di coordinamento delle Forze di Polizia svoltasi in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, ma anche il lavoro irregolare, la gestione occulta della manodopera e ogni forma di abusivismo.

A Verdellino, in piazza Affari (Zingonia), è stato disposto, in aggiunta alle attività di controllo del territorio, l’utilizzo di un’unità mobile dei Carabinieri, con modalità tarate in base alla specificità del territorio.

Nei prossimi giorni i sindaci svolgeranno un’analisi di fattibilità di un progetto comune di videosorveglianza da sottoporre alle Forze di Polizia sull’esempio del progetto Thor recentemente varato in Val Seriana.




Commercianti, «sempre più danneggiati da abusivismo e contraffazione»

La percezione da parte degli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi lombardi sulla sicurezza delle proprie attività è migliore rispetto al quadro nazionale. È infatti peggiorata nell’ultimo anno per il 24% di loro, mentre in tutta Italia il valore si attesta al 32%.

Il quadro emerge dall’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Gfk Eurisko in occasione della giornata “Legalità, mi piace!” l’appuntamento annuale della Confederazione, in programma il 25 novembre, che mobilita l’intero sistema associativo contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali.

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (13)A Bergamo, l’Ascom ha coinvolto su questi temi l’Ufficio Scolastico Territoriale, il Centro di Promozione della Legalità, l’Istituto Superiore Natta e il portale Lecito.org, dando vita ad un evento, all’auditorium del Natta, nel quale gli interventi istituzionali si sono affiancati al lavoro degli studenti, invitati a riflettere sul tema attraverso spot e uno spettacolo teatrale, Processo alla cicala. Un mattinata intensa, che ha visto la partecipazione di circa 250 ragazzi da 20 scuole.

«Per la nostra Associazione – ha affermato Paolo Malvestiti, presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio – questa giornata rappresenta un appuntamento molto importante perché ci permette di dire che la legalità è un tema su cui non bisogna mai abbassare la guardia. Tutti dobbiamo essere vigili: imprese, istituzioni, rappresentanze di impresa, mondo scolastico. Abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine e altri fenomeni criminosi portano via al settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi oltre 26 miliardi di euro all’anno, mettendo a rischio 260mila posti di lavoro regolari».

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (8)Focalizzandosi sul fenomeno dell’abusivismo, Malvestiti ha ricordato che chi acquista illegalmente lo fa in modo consapevole, senza però rendersi conto che così facendo «si danneggia la salute dell’intero sistema economico italiano, perché alla crisi economica, alla contrazione dei consumi e ai problemi occupazionali si somma drammaticamente il costo dell’illegalità e della concorrenza sleale di chi non rispetta le regole». «Per noi legalità significa sempre equilibrio tra diritti e doveri – ha rimarcato – : il dovere di denunciare, ma anche il diritto di non sentirsi e di non essere lasciato solo. E, quindi, non c’è altra strada che lavorare insieme. E noi vogliamo percorrerla coinvolgendo anche voi ragazzi, che siete gli adulti del domani. Ai voi la libertà di scegliere».

Tornado all’indagine, promossa anche in provincia di Bergamo con un questionario on line, gli imprenditori lombardi segnalano proprio tra i crimini aumentati di più, oltre ai furti (56%), l’abusivismo (52%, come il dato nazionale) e la contraffazione (aumentata per il 48% degli intervistati contro il 45 totale). Più basse rispetto alla media sono le esperienze di criminalità vissute direttamente (9% contro 16%) e, tra chi ha ricevuto minacce, prevalgono quelle da parte di delinquenti comuni (43%) su quelle della criminalità organizzata (18% contro il 33% nazionale). Si tratta prevalentemente di intimidazioni di natura psicologica (83% rispetto al 76% medio), più che di danneggiamento a cose.

In risposta, sette imprenditori lombardi su dieci hanno adottato almeno una misura di protezione della propria impresa, dalle telecamere agli allarmi, dall’assicurazione alla vigilanza privata, ma ben il 77% di loro (contro il 73% totale) pensa che l’iniziativa più efficace per la sicurezza della propria attività sia la certezza della pena e l’88% che le leggi che contrastano i fenomeni criminali siano per niente o poco efficaci. Il 93% vede di buon grado l’inasprimento delle pene.

Nella classifica delle problematiche sul territorio, infine, al vertice c’è la presenza di nomadi (segnalata dal 55% del campione lombardo, mentre il problema scende al secondo posto nel dato nazionale), seguita di venditori abusivi (52%) e dai negozi sfitti (47%).

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (1)Inasprimento e certezza delle pene e maggiore sicurezza del territorio diventano perciò le richieste ufficiali delle imprese, ribadite dal direttore dell’Ascom Oscar Fusini, che indica anche precise azioni per contrastare l’ abusivismo e la concorrenza sleale. «Proponiamo una rivisitazione del codice penale in materia di contraffazione, da reato contro la fede pubblica a reato contro il patrimonio – ha spiegato -, ma anche norme e procedimenti più efficaci per garantire la repressione dei reati, misure di contrasto sviluppate tramite il web, senza dimenticare la tutela del made in Italy e il contrasto all’italiansounding su scala europea ed internazionale. E, sempre ragionando su scale internazionale, un’Agenzia Europea per la lotta alla contraffazione oltre a misure doganali».

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 - spettacolo




Soggiorni in case private, obbligatorio comunicare le generalità degli alloggiati

foto bed & breakfastAnche per i soggiorni brevi in case private è necessario identificare e comunicare alla polizia le generalità chi vi alloggia.

Il Ministero dell’Interno, sollecitato da Federalberghi, chiarisce, con una nota, l’obbligo di trasmettere alle questure l’identificazione di chi passa anche solo qualche giorno di vacanza presso privati che affittano immobili o stanze per periodi brevi. La notizia è stata accolta con favore da Ascom Bergamo.

«La nota del Ministero è per noi importante, perché definisce con chiarezza un obbligo fondamentale per la sicurezza – commenta Giovanni Zambonelli, presidente degli Albergatori di Ascom Bergamo -. Come Associazione siamo favorevoli allo sviluppo di nuove forme di ospitalità, ma vorremmo che avessero regole chiare e condivise. Il libero mercato è un mercato in cui tutti possono partecipare, ma a parità di condizioni, e questo ora non sempre avviene. Auspichiamo che lo stesso criterio di uguaglianza  venga esteso anche alla parte fiscale oggi ancora avvolta nell’incertezza».

La nota del Ministero nasce in risposta ad una richiesta di chiarimento di Federalberghi che da tempo richiama l’attenzione delle istituzioni sui rischi indotti dalla proliferazione di attività di accoglienza, che, sotto la definizione di “sharing economy”, ha generato di fatto un mercato parallelo che si sottrae a qualunque obbligo, a partire da quelli basilari in materia di sicurezza. Ora la risposta del Ministero introduce una maggiore chiarezza, ponendo l’obbligo di segnalazione per tutti coloro che svolgono attività ricettiva in modo non episodico e occasionale e con finalità di lucro e quindi anche per chi affitta il proprio immobile per periodi brevi.




Commercio, a Bergamo la giornata della legalità coinvolge le scuole

Legalità mi piace! È l’appuntamento annuale che Confcommercio Imprese per l’Italia promuove a livello nazionale sul tema della legalità. L’iniziativa si svolge mercoledì 25 novembre 2015 e interessa tutto il sistema confederale.

L’Ascom di Bergamo, aderendo all’invito, ha organizzato una giornata coinvolgendo il mondo scolastico. Per l’edizione 2015 è nata così una collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, il Centro di Promozione della Legalità, l’Istituto Superiore Natta e Lecito.org, portale che coinvolge una rete di soggetti, nelle scuole e sul territorio, attivi sui temi della cittadinanza attiva, della legalità, del contrasto alle mafie, della difesa e della pratica dei principi costituzionali.

L’appuntamento è all’Auditorium “Quirino e Bernardo Sestini” dell’Istituto Superiore Natta di Bergamo (via Europa 15), dalle 9.15 alle 12.15.

Durante la manifestazione saranno i ragazzi stessi a riflettere sulla legalità, attraverso spot e uno spettacolo teatrale. La Giornata si apre con i saluti istituzionali del viceprefetto vicario di Bergamo, Francesca Iacontini, del dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Patrizia Graziani, e del presidente di Camera di Commercio e di Ascom Bergamo, Paolo Malvestiti.

Alle 10.10 viene presentato il “Centro di Promozione della Legalità: Bergamo”, cui partecipano 60 istituzioni scolastiche e 20 organizzazioni di settore, che operano da molti anni nel campo dell’educazione alla cittadinanza, coniugando i temi educativi e la didattica disciplinare, in un’ottica di promozione delle competenze di cittadinanza e di innovazione metodologica. Capofila del progetto è l’Istituto Superiore Natta di Bergamo. La presentazione del Centro, che opera in linea con le proposte progettuali sull’educazione alla legalità attivate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, viene accompagnata dalla visione di spot realizzati dagli studenti degli istituti scolastici aderenti. Il Centro di Promozione della Legalità conta il maggior numero di docenti, studenti e classi rispetto ai Cpl istituiti nelle altre province lombarde, raccogliendo nel complesso circa l’85% della comunità scolastica bergamasca intesa come raccordo tra componente studentesca, dei docenti e di tutto il personale, delle famiglie.

Alle 10.30 è previsto un collegamento in diretta streaming con la sede romana di Confcommercio, per seguire gli interventi del presidente Carlo Sangalli, e dei ministri dell’interno e della Giustizia Angelino Alfano e Andrea Orlando.

Alle 11.15 Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo, analizza i risultati dell’indagine di Confcommercio, svolta in collaborazione con GfK Eurisko, sui fenomeni illegali nel settore del terziario.

La mattinata si chiude con lo spettacolo teatrale “Processo alla cicala: dalle favole alla Costituzione”, i cui attori sono i ragazzi del Laboratorio di teatro del Liceo Scientifico “Mascheroni” di Bergamo.
Nel pomeriggio, nella sede cittadina di Ascom, si riunisce il Consiglio direttivo dell’Associazione, per analizzare i risultati dell’indagine di Confcommercio.




Seriate, dopo la rapina alla farmacia un presidio per chiedere più sicurezza

La modalità con cui è stata compiuta l’ultima rapina – lo scorso venerdì, allo scoccare dell’ora di chiusura – ha acceso ulteriormente i riflettori sul problema sicurezza della farmacia comunale 1 di Seriate, in via Paderno. A mettere a segno il colpo è stato infatti un individuo con indosso la maschera di un cattivo dei cartoni animati, Skeletor della saga di He Man, che ha scaricato il contenuto di un estintore in polvere nei locali ed è fuggito con circa 300 euro presi dalla cassa, lasciando nel panico le due addette presenti al momento.

Al quattro episodio criminoso subito quest’anno, le dipendenti hanno denunciato di sentirsi impotenti di fronte alla criminalità, in balia degli eventi senza tutele da parte del Comune, anche per via della cattiva illuminazione dell’area, e senza la vigilanza delle forze dell’ordine. Per testimoniare la propria solidarietà al personale della farmacia (in tutto quattro persone) e chiedere una svolta sul tema della sicurezza il Pd di Seriate ha organizzato lunedì 9 novembre, alle ore 18, un presidio fuori dall’esercizio. «Con quella di venerdì scorso – spiega in una nota – è la quarta volta quest’anno che la farmacia di via Paderno subisce una rapina. Ma a Seriate sono vittime di rapina famiglie e imprese commerciali. L’amministrazione comunale, a guida leghista, che della sicurezza fa una bandiera, non riesce però a attuare una politica che produca risultati concreti. Con questo presidio, al quale hanno aderito altre organizzazioni, associazioni e cittadini, si vuole manifestare solidarietà alle farmaciste, chiedendo all’amministrazione di porre al centro la sicurezza, che non è evidentemente garantita da parole e proclami e neppure da sceriffi in pensione».

Sull’episodio il sindaco Cristian Vezzoli replica: «La Farmacia comunale 1 di via Paderno ha sempre erogato ottimi servizi e realizzato un fatturato in continua crescita. L’amministrazione comunale ha sempre tutelato le sue attività e lavoratrici. Anche adesso che la farmacia è stata messa in vendita, per potere realizzare servizi per la Città con l’incasso, il Comune ha posto la massima attenzione verso le dipendenti, che sono state reintegrate e non è stata aperta nessuna mobilità o fatto alcun licenziamento».

«Purtroppo – prosegue – è difficile prevedere l’arrivo di malintenzionati. La farmacia è sotto il controllo di un sistema di videosorveglianza, dei pattugliamenti degli agenti di Polizia locale, dei Carabinieri e della Polizia. Il problema risiede nella piccola criminalità che non si fa intimorire dalla presenza o meno della luce dei lampioni. Spiace constatare che le farmaciste affidino alla stampa locale le loro riflessioni in tema di sicurezza, su cui non era mai stata fatta alcuna lamentela. Sinora le loro uniche istanze erano per il posto di lavoro garantito. Inoltre quando una farmacia comunale viene rapinata le vittime non sono solo le dipendenti ma l’intera comunità per il danno che subisce per la violazione di propri servizi e strutture».

Quanto all’iniziativa pubblica, «è inutile organizzare un presidio politico», commenta. «Se il Pd di Seriate chiede sicurezza rivolga le sue richieste al premier, che continua a tagliare fondi alla polizia e non ha stanziato alcuna risorsa per la sicurezza e la legalità nelle città. Spiace constatare che il Pd locale non perde occasione per strumentalizzare fatti nel proprio interesse! Così facendo però si esasperano i problemi senza dare alcun reale contributo alla loro soluzione!»




Sicurezza e legalità, l’Ascom interroga i commercianti

https://www.youtube.com/watch?v=LSrGfcDhQCo&feature=youtu.be

Il 25 novembre è in programma la giornata “Legalità, mi piace”, l’appuntamento annuale della Confcommercio contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali, che mobilita l’intero sistema associativo.

L’attenzione sarà incentrata sulle attività criminali che colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti e la Confederazione intende descrivere le dimensioni del problema nella maniera più corretta, analizzando come sono cambiati i fenomeni criminali (furti, rapine, estorsioni, minacce, taccheggio, ecc.) negli ultimi anni.

Come lo scorso anno, i dati emergeranno da una ricerca condotta sugli imprenditori attraverso un questionario anonimo compilabile in poche semplici mosse on line. Anche l’Ascom di Bergamo ha predisposto il form sul proprio sito e invitato gli associati a fornire il prezioso contributo dell’esperienza diretta e quotidiana a comporre il quadro delle criticità e dei possibili interventi.

«È un piccolo gesto – sottolinea il direttore dell’Ascom Oscar Fusini – che richiede pochi minuti ma che è di particolare rilevanza perché ci darà modo di proseguire e rafforzare la nostra azione di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica, delle Istituzioni e del Governo per prevenire e contrastare con maggiore efficacia questi fenomeni».
L’indagine è svolta in collaborazione con GfK Eurisko.




Albano, al mercato arrivano i consigli antiscippo. Gli ambulanti: «Ma così si rischia di penalizzare le attività»

Al mercato di Albano Sant’Alessandro è scattata l’operazione “Occhio al portafogli”, una campagna di sensibilizzazione per prevenire furti e borseggi tra le bancarelle.

Dallo scorso venerdì, tutte le settimane accanto ai banchi degli ambulanti ci sarà uno stand dove alcuni volontari distribuiranno ai clienti del mercato un decalogo con i consigli per non cadere nella rete dei delinquenti, come ad esempio tenere la borsa nella parte anteriore e conservare i soldi lontano dai documenti.

Il servizio è nato su iniziativa dell’Assessorato alla sicurezza ed è curato dall’Associazione Poliziotti italiani, un gruppo formato da ex appartenenti alle Forze dell’Ordine.

L’obiettivo è far riflettere le persone che si recano in posti affollati sul tema della sicurezza e scoraggiare i malintenzionati. «Volevamo dare maggiore sicurezza ai cittadini nell’area mercatale e fare prevenzione senza impiegare le forze dell’ordine che sono impegnate in cose più importanti  – spiega l’assessore alla sicurezza Enzo Fiocchi -. Conoscendo l’associazione abbiamo pensato di integrare la loro attività sul territorio con questo progetto. Il mercato è una zona molto frequentata e come tutte le situazioni di affollamento, come anche i mezzi pubblici, è a rischio».

Allo stand ci sono dai 3 ai 5 volontari. Avvisano chi ha la borsa messa male, controllano grazie alla loro esperienza la presenza di eventuali persone malintenzionate o ambigue e, in caso dovesse verificarsi un borseggio, accompagnano i derubati alla stazione di polizia. «L’iniziativa – dice Fiocchi – proseguirà per un anno in convenzione, poi vedremo se proseguirla. Intanto le persone hanno già dimostrato di apprezzarla».

Qualche perplessità sull’iniziativa la sollevano però gli ambulanti.  «Un’emergenza borseggi ai mercati non c’è, né ad Albano né negli altri comuni, anzi, rispetto agli anni passati il fenomeno si è attenuato», dice Mauro Dolci, presidente della Fiva Ascom di Bergamo. «Furti e borseggi – spiega – sono un problema comune in tutti i luoghi affollati. Va bene dare informazioni alle persone ma l’iniziativa rischia di trasmettere un’immagine negativa del commercio ambulante e di danneggiare il mercato facendolo passare come un luogo pericoloso. Anziché sensibilizzare coloro che visitano il mercato, infatti, li può portare ad andare da un’altra parte». «Il mercato – sottolinea Dolci – non è un luogo pericoloso, bisogna solo stare attenti quando ci si accalca».

 

 




Le telecamere in negozio? Vanno sempre segnalate

Niente telecamere negli esercizi commerciali a scopo di sicurezza se non si informano i clienti della loro presenza con un’adeguata segnaletica.

A stabilirlo è la Corte di Cassazione, che, con la sentenza 17440 depositata ieri, ha accolto il ricorso presentato dal Garante della privacy contro il Tribunale che aveva annullato una sanzione della stessa Autorità. Oggetto del giudizio una telecamera installata all’interno di una torrefazione, multata dall’Authority, dove il titolare aveva collegato l’occhio elettronico con un monitor, che, pur non registrando le immagini, gli consentiva di vedere chi entrava nel suo negozio quando lui si spostava al piano superiore

La sentenza afferma che l’immagine di una persona, anche se non permette l’identificazione immediata, deve essere considerata un dato personale e come tale soggetto a tutela. Alla legittima esigenza del titolare dell’esercizio di migliorare la propria sicurezza deve perciò essere affiancato il corretto trattamento della privacy.

Non è perciò lecita alcuna ripresa senza un’informativa, che può comunque essere realizzata in maniera semplice. Dove risulti impossibile informare oralmente ogni persona che può essere ripresa, la Corte dice che è sufficiente un cartello, a condizione che sia ben visibile come formato e posizione oltre che esplicito e di immediata comprensione. È necessario inoltre chiarire se le riprese sono solo guardate o anche registrate.




Degrado a Ponte San Pietro, il sindaco «la situazione sta migliorando»

sindaco Ponte San Pietro Valerio BaraldiArmati di torce e scarpe comode, si addentrano nei luoghi più critici del paese, sfidando il buio e la criminalità. Sono i volontari della Fevapi che dal 23 febbraio scorso combattono il degrado con ronde notturne per le vie di Ponte San Pietro, capeggiati dal primo cittadino Valerio Achille Baraldi. Il sindaco ha infatti deciso di scendere in campo in prima persona per la tutela e il decoro della aree rurali, fluviali e dei parchi pubblici, spesso teatro di spaccio e delinquenza. «In Paese, sia di giorno che di sera, si verificano da tempo episodi spiacevoli – spiega Baraldi –. Per questo il Comune ha stipulato una Convenzione con la Federazione dei volontari aree pubbliche dell’Isola bergamasca e della Valle San Martino, con l’obiettivo di costruire un sistema di prevenzione partecipato e diffuso per la salvaguardia del territorio comunale».

Molti cittadini e commercianti lamentano una forte criminalità. La situazione sta migliorando grazie a questo intervento?

«Con gli sbarchi a Lampedusa molti extracomunitari sono arrivati in massa nel territorio di Ponte San Pietro trovando, in particolare nella zona dell’Isolotto, un luogo di aggregazione e di spaccio. Tuttavia, ritengo che la situazione stia migliorando. Il merito va sia ai presidi di volontari e forze dell’ordine, sia alle feste che programmiamo in paese proprio per renderlo più vivo e meno abbandonato».

Quali sono le zone più colpite dal degrado?

«L’isolotto, la più estesa area verde presente sul fiume Brembo, e il Famedio dove spesso la gente bivacca e lascia rifiuti sulle scale».

Quanti volontari partecipano alle ronde serali?

«Una decina di volontari, di cui tre di Ponte San Pietro mentre gli altri sono membri della Fevapi. L’iniziativa è partita il 23 febbraio e prevede due ronde alla settimana: una dalle 21 alle 23 e l’altra dalle 22 alle 24. In occasione di eventi particolari è previsto un terzo incontro straordinario, di solito il sabato sera. Alle prime serate ho partecipato anch’io per illustrare i luoghi più critici. Durante le perlustrazioni sono state trovate bottiglie abbandonate, un’auto dismessa, motorini inceneriti… Se possibile interveniamo subito per ripulire la zona, oppure se incontriamo ubriachi per strada o elementi di disturbo, chiamiamo i Carabinieri che sono preposti all’ordine pubblico».

E per il rilancio del commercio di Ponte San Pietro quali iniziative verranno messe in campo nei prossimi mesi?

«Il 4 luglio organizzeremo una Notte bianca dedicata ai giovani, mentre l’11 luglio ce ne sarà una seconda legata allo sport, con il coinvolgimento delle varie associazioni sportive presenti sul territorio. Nell’occasione i negozi rimarranno aperti fino a tarda sera. Il 5 luglio ci sarà la sfilata degli alpini con negozi addobbati per celebrare l’85esimo della sezione di Ponte San Pietro. Poi il 29 luglio c’è la festa patronale di San Pietro e Paolo. Punteremo anche su Cioccolandia, un marchio di fabbrica per Ponte, che accoglierà alcuni dei più famosi mastri cioccolatieri del nord Italia. Per sostenere il commercio, che in questo periodo a Ponte, come del resto in tutti gli altri paesi, sta soffrendo per via della crisi, il Comune ha chiesto la collaborazione di associazioni, Pro loco, gruppo Alpini, Aido, Avis e di tutti coloro che possono dare un valido contributo al sostegno delle attività. Ponte, insieme ad altri quattro Comuni dell’Isola, è capofila del Distretto del commercio che quest’anno ha vinto il bando del Dat, i distretti dell’attrattività. Utilizzeremo questo finanziamento regionale per svilupparci sia a livello turistico che commerciale, in collaborazione con Ascom e Confesercenti. Ogni negoziante, per gli interventi di miglioramento che effettuerà per le proprie vetrine, dalla sistemazione dei serramenti all’installazione di telecamere, otterrà un contributo economico, previa fatturazione».

Alcuni dicono che Ponte è un paese vecchio e che i giovani vanno altrove a divertirsi perché in paese non trovano nulla…

«Avevamo un Centro di aggregazione giovanile ma è stato chiuso perché era poco frequentato. I soldi del Cag, che comunque era destinato a una cerchia ristretta, li stiamo dirottando su iniziative che coinvolgono l’intera comunità. Un progetto importante è, per esempio, “Aria aperta” che invita i giovani a contribuire al benessere del proprio territorio sistemando panchine, togliendo lo sporco dai parchi, organizzando attività ludiche e scolastiche. Il 21 giugno a Briolo riprenderà anche l’attività del centro La Proposta con musica, cabaret, giochi per bambini e cucina tipica. Poi c’è l’oratorio. Insomma, le iniziative per tener vivo il paese non mancano».




Ponte San Pietro, «ormai un paese dormitorio e il degrado avanza»

Fabio Spini - Profumeria POnte San Pietro«Ponte San Pietro una volta era caput mundi, adesso è diventato un postaccio frequentato da sbandati». Fabio Spini, titolare della profumeria Al 13, è sconsolato. Braccia conserte e sguardo rivolto verso via Vittorio Emanuele, osserva dalla sua vetrina quel che resta di un paese che, a suo dire, è ormai abbandonato a se stesso: «Ci sono 13mila abitanti ma se ne infischiano tutti di quello che succede qui – dice il negoziante –, i cittadini in centro non passano più, forse per la paura di incontrare brutta gente. Ponte è un paese vecchio, i giovani vanno altrove perché per loro non c’è nessuna offerta. Servirebbero più attrattive per far uscire la gente di casa. E invece i locali pubblici fanno a gara a chi chiude prima la sera».

Qualcuno, in verità, ha provato qualche mese fa a creare più movida, ma ha dovuto ben presto ricredersi: «Non lontano dal mio negozio due ragazze ventenni hanno aperto un pub sperando di creare un punto di aggregazione per i giovani – racconta Spini –. All’inizio hanno provato a tenere aperto fino a mezzanotte, ma la clientela che arrivava non era certo raccomandabile. Così sono state costrette a chiudere prima di cena, come fanno tutti. D’altronde c’è poca illuminazione ed è un continuo bivacco di sbandati. Quando guardo fuori dalla mia vetrina vedo, già di prima mattina, una decina di spacciatori che scagliano bottiglie, ridono, prendono in giro i passanti. Non puoi stare tranquillo quando la gente ti racconta che si è ritrovata tre extracomunitari a dormire nel proprio garage o zingare che ti importunano a ogni ora del giorno. Ci sono le telecamere ma, ogni volta che succede qualcosa, i vigili dicono che i filmati non si possono visionare».

E il commercio, inevitabilmente, ne risente: «Tre negozi hanno abbassato la saracinesca all’inizio dell’anno e un altro è in procinto di chiudere – conclude Spini –. I parcheggi in centro sono tutti a pagamento, è pieno di vigili pronti a dare multe e i posti periferici sono troppo lontani per una signora di mezza età che ha le borse della spesa e deve farsi un chilometro e mezzo a piedi per tornare alla sua auto: anche questo influisce. Purtroppo mancano i soldi per attuare qualsiasi piano di pulizia, di protezione, di ampliamento delle attività».

Anche Claudio Castelli, residente a Ponte San Pietro, disoccupato, con lavori saltuari come Ctu informatico per il tribunale di Bergamo, è ormai disincantato: «Il problema di Ponte è che spesso sia le istituzioni che i cittadini negano l’evidenza. I disagi nel paese, dati statistici alla mano, ci sono. Eppure si fa finta che vada tutto bene. O si hanno le fette di salame sugli occhi oppure ci sono interessi reconditi a mantenere tutto com’è. Gli interventi delle forze dell’ordine, quando ci sono, danno sempre risultati. Ci sono persone che vorrebbero fare qualche cosa, ma sono poche e purtroppo non sono supportate da nessuno, oltre a non essere organizzate in alcun modo. Quando ci si è provato ci si è scontrati con le associazioni di Ponte che litigano tra di loro e non si è arrivati a nulla. Quindi, mio malgrado, andrò a porre le mie energie e le poche risorse che ho altrove. Mi spiace perché Ponte è il mio paese, ma se ai cittadini piace così, se lo tengano così. Non amo lottare contro i mulini a vento».

In via San Clemente, più defilato dal centro, fa capolino il negozio di abbigliamento Linvidia dove lavorano Andrea Regazzoni e Maria Antonella Ghisalberti: «Le forze dell’ordine fanno il possibile per risolvere i problemi e il Comune e le associazioni creano eventi molto belli per attirare la gente di tutte le età – dicono –. Per tre anni siamo stati iscritti all’associazione commercianti di Ponte, ma abbiamo preferito staccarci perché abbiamo notato che venivano organizzati eventi solo in zone centrali dove ci sono attività storiche. Il nostro negozio, invece, si trova fuori dal centro, in zona Briolo, e ci sentivamo un po’ abbandonati, pur avendo varie attività e spazi a disposizione. Non per fare polemica, ma è la realtà. Giustamente ognuno pensa al proprio interesse. Da segnalare anche la mancanza di manutenzione e pulizia di giardini e vialetti del paese».

E poi in via Garibaldi c’è la gioielleria di Carmen Pecis dove all’inizio di marzo una banda di malviventi aveva pianificato di mettere a segno l’ennesimo colpo. La rapina, per fortuna, è stata sventata in tempo, grazie all’arresto del gruppo criminale, ma i proprietari restano in allerta: «Ponte San Pietro è un paese da rifare dall’inizio alla fine. È un inferno dal quale stanno scappando tutti. Restano solo gli extracomunitari».

Luca CastellettiChi ha lavorato sodo in questi anni per ridare vitalità al paese è Luca Castelletti, vicepresidente della proloco (sede via Roma 7) e titolare dell’Enoteca Al Ponte: «La proloco è nata dall’esigenza di coordinare una serie di manifestazioni in programma nel paese con la collaborazione dei negozianti che hanno capito l’importanza di uscire dal guscio per rilanciare il commercio. Il problema è la mancanza di fondi. La crisi ha colpito tutti. Intanto cerchiamo di far bene quel poco che riusciamo. Tra gli eventi che hanno riscosso più successo segnalo le notti bianche, la festa di Natale, una mostra dedicata al centenario della prima guerra mondiale, con esperti e documenti storici dell’epoca. Il primo e il secondo sabato di luglio organizzeremo due notti bianche: nell’occasione apriremo anche le visite a uno dei tre rifugi antiaerei presenti a Ponte. La cultura e la tradizione del nostro paese, infatti, è legata anche alla storia che vogliamo insegnare ai nostri figli per non indurli a compiere gli stessi errori del passato». Le iniziative per tener vivo il commercio, insomma, sono tante. Ma non bastano: «Ponte soffre per la presenza dei centri commerciali, per la microcriminalità e per una viabilità esterna che, se da un lato alleggerisce il traffico nel centro, dall’altro porta via clienti a chi lavora in paese – ammette Castelletti –. Ormai è un paese dormitorio. La gente dopocena si chiude in casa, gli eventi sportivi si guardano a casa e non c’è più l’occasione di ritrovarsi al bar con gli amici. In collaborazione con la Federazione dei volontari aree pubbliche Isola Bergamasca e Valle San Martino, il Comune ha organizzato un gruppo di cammino serale, composto da una decina di volontari che, per un paio di sere alla settimana, passeggiano nei posti critici proprio per creare movimento e disincentivare la criminalità. Servirebbe anche un call center dove poter segnalare episodi sospetti. Il problema è che ognuno pensa al proprio orticello, invece, se vogliamo smuovere qualcosa, bisogna agire in squadra. Collaboriamo con il Distretto dell’Isola e speriamo si possa organizzare un’assemblea periodica che crei interscambi culturali tra i vari paesi della provincia. Anche i social network aiutano ma coinvolgono un numero ristretto di persone. Le informazioni invece dovrebbero circolare più ampiamente. Il futuro è lo scambio di idee e di comunicazione».