Giovani, per trovare lavoro a Bergamo «puntate sul turismo e laureatevi»

incontro rotary orientamento - rit

Se si vuole trovare lavoro a Bergamo, bisogna puntare sul terziario, in particolare sul turismo e laurearsi. È questo il messaggio dato dal direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini agli studenti del quarto anno delle scuole medie superiori, oggi nel corso della giornata di orientamento organizzata dal Rotary Club di Bergamo al Polo Fieristico di via Lunga. L’incontro, promosso d’intesa con l’Ufficio scolastico provinciale e l’Università di Bergamo, era focalizzato sulle opportunità occupazionali offerte dai settori commercio, turismo e servizi e ha visto tra i relatori anche Ivan Rodeschini, presidente dell’Ente Fiera Promoberg, e Roberta Garibaldi, docente di marketing turistico all’Università di Bergamo e direttrice del progetto ERG 2017.

Il primo spunto positivo è che la disoccupazione giovanile bergamasca negli ultimi anni si è ridotta, passando da oltre 36mila persone a fine del 2013 a 28mila (dati Istat). «Le maggiori opportunità lavorative nella nostra provincia oggi vengono dai settori legati ai servizi e soprattutto dal turismo che, pur essendo meno sviluppato degli altri comparti, da diversi anni sta crescendo a ritmi molto alti. Basti pensare che gli addetti all’ospitalità da 14.700 circa nel 2004 sono saliti a oltre 21mila e che in generale le persone che lavorano nel terziario sono aumentate del 3,7%, mentre l’industria ha visto diminuire del 9,8% i suoi dipendenti», ha rilevato Fusini.

Secondo lo studio del Sistema informativo Excelsior “La domanda di professioni e di formazione nelle imprese italiane – Provincia di Bergamo 2016”, le imprese turistiche che nel 2016 prevedevano di assumere erano il 27% per un totale di 1.580 figure ricercate, contro il 20% del totale dei settori. Per l’83% si tratta di addetti ai servizi e per il 2,5% di impiegati. Le qualità più richieste da alberghi & c. sono flessibilità, capacità comunicative e abilità a lavorare in team.

«L’impatto per ora è più quantitativo che qualitativo –  ha spiegato Fusini – per il 60% delle aziende del turismo non conta l’età dell’assunto e nemmeno il titolo di studio, ma è probabile che nei prossimi anni, anche grazie ai nuovi percorsi di studi ad hoc avviati, verranno cercati addetti più qualificati e preparati».

Allargando lo sguardo allo scenario nazionale, laureati e diplomati sono le figure più ricercate (soprattutto in Lombardia) e anche quelle che riescono ad avere lavori più stabili, con contratti a tempo indeterminato. I settori con la maggiore domanda sono l’alloggio e la ristorazione (31,4% degli assunti), seguiti dal manifatturiero alimentari e bevande (21,4%), la fabbricazione di macchinari e attrezzi (20,2), il comparto metallurgico (15,4) e, in coda, il commercio al dettaglio (13,9).




Segnali di primavera, riapre l’orto botanico

orto botanico bergamo altaMercoledì 1 marzo riapre l’Orto Botanico in Città Alta. Fino al 31 ottobre sarà possibile vivere un luogo di pace ricco di biodiversità vegetale, da cui si godono ampi orizzonti su Prealpi e Pianura Padana e un punto di vista speciale su Città Alta.

L’Orto Botanico sorge su uno spalto delle Mura veneziane, per l’esattezza la punta più settentrionale del sistema difensivo, scelto 45 anni fa come sede dell’orto per la bellezza del luogo, appena a monte della polveriera seicentesca di via Beltrami.

Oggi è un osservatorio privilegiato dei fenomeni che accadono in natura, poiché vi è concentrata una quantità notevole di specie e varietà differenti, in continuo arricchimento e, sebbene la stagione vegetativa stia muovendo i primi passi, le piante più precoci, come gli ellebori e l’edgeworthia, sono già in fioritura.

Le piante meno rustiche, come agavi, cordiline, banani del Giappone ecc. richiedono ancora evidenti coperture in cellophane, in questi giorni utilizzate anche per lavori di rinnovo delle tinteggiature degli arredi metallici. Presto cresceranno inoltre molte varietà di tulipani che anche quest’anno sono state predisposte negli spazi adiacenti la polveriera, un appuntamento floreale che i visitatori apprezzano molto. Per quel che riguarda la sezione di Astino, la Valle della Biodiversità, la riapertura è prevista ad aprile.

L’Orto Botanico resterà aperto tutti i giorni, festività comprese, fino al 31 ottobre. L’ingresso è, come sempre, libero. Invariati gli orari.

MARZO 10 – 12 / 14 – 17

APRILE 10 – 12 / 14 – 18

MAGGIO 10 – 12 / 14 – 19

GIUGNO 10 – 12 / 14 – 20

LUGLIO 10 – 12 / 14 – 19

AGOSTO 10 – 12 / 14 – 19

SETTEMBRE 10 – 12 / 14 – 18

OTTOBRE 10 – 12 / 14 – 17




Lavoro e finanziamenti agevolati, ecco le opportunità per i ristoratori

Costi del personale e accesso al credito sono due dei problemi più “caldi” nella gestione dei pubblici esercizi. Onerosi i primi, difficile il secondo, non devono però essere considerati un argomento tabù dalle piccole aziende, che possono approfittare di alcuni strumenti e agevolazioni messi a loro disposizione.

L’Ascom di Bergamo li ha illustrati in un incontro con i ristoratori, che sarà replicato lunedì 13 marzo con i gestori di caffetterie e bar, nell’appuntamento che precede il rinnovo delle cariche della categoria.

incontro ristoratori - credito e lavoro

Sul versante del lavoro – come ha spiegato Enrico Betti, responsabile dell’area in Ascom e presidente degli Enti bilaterali del Terziario e del Turismo – è operativo, strutturale fino al 2018, a livello territoriale solo per le aziende iscritte all’Ascom l’accordo con i sindacati per la detassazione dei premi di produttività, per i quali è prevista un’aliquota ridotta dal 27% al 10%. «Per l’azienda non significa spendere meno ma poter riconoscere qualcosa in più ai dipendenti – ha precisato -. Per usufruire dell’agevolazione occorre costruire un sistema premiante per obiettivi e misurabile, non è proprio semplice, ma è di certo un’opportunità».

Così come lo sono gli incentivi, dai 2 ai 3mila euro, per l’assunzione di giovani disoccupati, messi in campo dall’Ente bilaterale, che a questo intervento ha destinato quest’anno un totale di 40mila euro. Senza dimenticare tutte le altre forme di sostegno all’impresa (dalla formazione alla certificazione dei contratti di lavoro, dalla sicurezza alla qualità) e di sussidio per i lavoratori (assistenza ai figli disabili, contributo oltre il 180esimo giorno di malattia o infortunio, concorso alle spese per libri di testo, mensa scolastica, trasporto pubblico, asilo nido, compilazione del modello 730) erogate dall’Ente. «L’adesione all’Ente bilaterale comporta per l’azienda una spesa di 12-14 euro all’anno per ogni dipendente – ha ricordato Betti -, ma può essere ampiamente ripagata da ciò che si riceve».

Buone notizie arrivano anche dal fronte dei finanziamenti agevolati. È prevista per marzo-aprile l’apertura del bando regionale “Turismo e attrattività”, che mette complessivamente a disposizione 35 milioni per la riqualificazione delle strutture alberghiere, extra alberghiere e dei pubblici esercizi lombardi. «Era da tempo che non veniva promossa una misura a favore di questi settori – ha evidenziato Matteo Milesi, responsabile dello Sportello del Credito della cooperativa di garanzia Fogalco -. Il contributo è a fondo perduto per il 40% dell’investimento fino ad un massimo di 50mila euro. La gamma delle spese va dall’acquisto di arredi e attrezzature alle opere edili».

Attenzione ai pubblici esercizi e al terziario la riserva anche il Bando Inail di quest’anno, con uno stanziamento specifico che copre il 65% dei costi per progetti dedicati al miglioramento della salute e della sicurezza sul lavoro, anche in aziende senza dipendenti. Ci sono poi i contributi al credito per gli investimenti di Lombardia Concreta e per le start up il bando Intraprendo.

«Con la nostra struttura – ha dichiarato il direttore della Fogalco Antonio Arrigoni – intendiamo potenziare l’attività di supporto e gestione dei procedimenti per l’accesso ai finanziamenti agevolati. Un aspetto sempre più critico per le aziende è poi quello del costo complessivo del credito. Sebbene i tassi di interesse siamo bassi, le condizioni applicate dalle banche risultano spesso penalizzanti. Ecco perciò che diventa fondamentale il check up della situazione finanziaria e la promozione di una maggiore cultura del credito: se non se ne conoscono i meccanismi, infatti, si rischia di pagarlo molto caro». Un’altra opportunità è quella della garanzia fideiussoria, che contribuisce a mitigare il rischio del credito e, perciò, ad agevolarlo.




Guide turistiche, in Lombardia l’abilitazione si estende ai siti speciali

guida turisticaLa Giunta regionale – nella seduta del 20 febbraio – ha approvato la Delibera sui requisiti e sulle modalità di rilascio dell’abilitazione per esercitare l’attività di guida turistica nei “siti di particolare interesse storico, artistico o archeologico” in attuazione della normativa statale vigente.

Grazie ad un lungo ed articolato confronto con l’Assessorato regionale allo Sviluppo Economico – in stretta collaborazione conGITEC/Confguide – il provvedimento ha recepito le richieste di Confcommercio Lombardia di riconoscere alle guide turistiche lombarde già abilitate su base provinciale l’estensione del titolo su tutto il territorio regionale, ai fini dell’abilitazione sui siti specialistici lombardi.

Con questo intervento, le guide turistiche lombarde potranno ottenere l’abilitazione per operare nei “siti speciali” della Lombardia semplicemente sottoponendosi ad una selezione per titoli.

L’ottenimento del punteggio minimo di 60 punti su 100 sarà dunque garantito dal titolo di studio e dall’autocertificazione degli anni di attività svolta, secondo quanto previsto dalla tipologia “primo avviso” individuata dalla Conferenza delle Regioni.

La Regione ha demandato alle Province e alla Città metropolitana di Milano l’emanazione degli avvisi per titoli entro il mese di marzo 2017.

L’elenco di siti speciali in Lombardia




Bergamo, c’è turismo dopo Expo

Dopo il balzo in avanti registrato nel 2015 grazie a Expo, nel 2016 il turismo bergamasco mantiene il trend positivo. È quanto emerge dal monitoraggio dei flussi turistici registrati nel periodo gennaio-settembre 2016 ed elaborati dall’Osservatorio turistico del Settore Welfare, Turismo e Cultura della Provincia di Bergamo.

Grazie all’altissima percentuale di esercizi che hanno fornito i movimenti relativi alla propria clientela, si tratta di una fotografia del turismo provinciale che, seppur provvisoria, difficilmente differirà da quella che si delineerà a seguito del consolidamento dei dati da parte di Istat.

Di fronte alla crescita a due zeri del 2015, dovuta soprattutto ad Expo, l’aspettativa quasi naturale era quella di una flessione. Invece non è stato così. Il monitoraggio evidenzia che la destinazione turistica bergamasca è ormai consolidata, al di là dei grandi eventi.

I dati complessivi mostrano una sostanziale tenuta rispetto allo stesso periodo del 2015 (+0,5% arrivi -0,5% presenze) con una lieve flessione del turismo domestico (-0,9% arrivi e -4,5% presenze) e un incremento dei flussi da parte di clienti stranieri (+2,4% arrivi e +5,8% presenze). Gli arrivi totali nei primi nove mesi del 2016 sono stati 802.906 contro i 799.169 dello stesso periodo del 2015. Le presenze sono scese a 1.602.464 da 1.610.486 nel 2105. Gli arrivi dall’estero sono saliti dai 333.332 del 2015 ai 341.237 del 2016, le presenze sono passate da 623.763 a 659.999. In calo invece, come detto, il turismo domestico. Nel 2015 gli arrivi sono stati 465.837 contro i 461.699 del 2016, le presenze sono passate da 986.723 a 942.465.

Per quanto riguarda il tipo di sistemazione, aumenta chi sceglie le strutture extra-alberghiere a scapito di hotel e pensioni. Le presenze totali negli esercizi alberghieri sono infatti scese da 1.189.249 a 1.154.410. Bed & breakfast, case vacanze e appartamenti, pur restando su valori assoluti inferiori di oltre la metà, hanno totalizzato 448.054 presenze contro lo 421.237 del 2015.

tabelle flussi turistici - bergamo - 2016 - gennaio settembre - osservatorio provincia bergamo

«Negli ultimi due anni, in particolare, si sono raggiunti traguardi in termini di pernottamenti mai toccati nella storia del turismo bergamasco – sottolinea il presidente della Provincia Matteo Rossi -. I dati relativi ai flussi turistici registrati nel periodo gennaio-settembre 2016 fanno ben sperare di poter addirittura superare il record di presenze annuali registrato nel 2015, anno in cui il nostro territorio ha subito in modo deciso i positivi influssi dell’Esposizione Universale di Milano. Di notevole importanza anche il fatto che il livello di internazionalizzazione turistica nella nostra provincia faccia registrare una crescita annuale costante, portando ricchezza non solo in termini economici ma anche dal punto di vista sociale e culturale».

Un’indagine statistica della Banca d’Italia in tema di turismo internazionale evidenzia come nel periodo gennaio-ottobre 2016 in terra bergamasca i turisti stranieri abbiano speso circa 185 milioni di euro (19 milioni in più rispetto allo stesso periodo nel 2015). «Il settore turistico si configura sempre più come una parte essenziale della nuova economia bergamasca – aggiunge Rossi – e l’aggregazione territoriale, la promozione e il costante miglioramento dei servizi offerti sembrano essere la chiave giusta per poter cogliere al meglio l’opportunità offerta anche dalla presenza sul nostro territorio del terzo scalo nazionale».

Per quanto riguarda la provenienza degli stranieri, sono i tedeschi a farla da padrone, con il 13,8% dei pernottamenti; da segnalare l’incremento del 75,7% rispetto all’anno precedente, fattore che risalta in modo consistente nelle aree che hanno beneficiato degli effetti dell’evento “The Floating Piers”.




Alberghi in calo in Bergamasca, sono 270. Tutte le schede nell’annuario provinciale

albergoIl Servizio Turismo della Provincia ha completato l’aggiornamento 2017 dell’Annuario di tutti gli alberghi presenti sul territorio bergamasco. La pubblicazione è disponibile in formato pdf sul sito istituzionale.

Sono 270 le strutture censite, di cui 24 nel capoluogo, per un totale di 6.800 camere con 12.614 posti letto e 127 appartamenti e 295 posti letto. L’annuario riporta indirizzi e siti web degli alberghi, oltre al numero di stelle e altre caratteristiche: per fare qualche esempio, sono 168 le strutture che risultano accessibili ai disabili, mentre 148 sono gli alberghi che accettano animali domestici.

Il numero complessivo risulta in calo, nell’edizione 2015 erano presenti 283 strutture, in quella del 2016, 273, di cui 26 in città.




Montagna in crisi senza neve, gli albergatori confidano nel Carnevale

montagna - sci monte pora innevamento artificiale 3

Le Orobie senza neve, con comprensori ridotti, imbiancati artificialmente, sperano di riscattare una stagione difficile, appesa alle prenotazioni per Carnevale e alle settimane bianche di febbraio.

In Val Seriana gli operatori turistici allargano le braccia e confidano nelle prenotazioni per i prossimi fine settimana. «È il secondo anno consecutivo senza neve – spiega Fabio Iannotta dell’Hotel Milano di Bratto -. Si soffre, ma poteva andare anche peggio: stiamo riuscendo a mantenere le posizioni dello scorso anno. L’innevamento artificiale ci dà una mano e il bel tempo aiuta, nonostante il freddo. A qualche giorno di ferie a Natale e Capodanno non si è tutto sommato rinunciato: famiglie e coppie, per la maggior parte lombarde, hanno scelto la Presolana come sfondo per i canonici brindisi. Non è mancato qualche turista straniero: inglesi, francesi e svizzeri».

Le prenotazioni arrivano sempre più sotto data ed è difficile fare previsioni per Carnevale: «C’è interesse, chiamano, passano e chiedono informazioni, ma per le prenotazioni si affidano al last minute – continua Iannotta -. Non bisogna soffrire di pressione arteriosa e attirare turisti con pacchetti. E aspettare, fiduciosi. Nonostante gli sforzi degli impiantisti a mantenere l’innevamento, senza nevicate i gruppi che ogni anno organizzano week-end e settimane bianche si rivolgono altrove o disdicono le prenotazioni».

Si punta su benessere e gastronomia per salvare la stagione: «La voglia di relax e wellness non tramonta e il territorio della Presolana, come la buona cucina, attirano sempre – commentano dall’Hotel Milano -. Stiamo avendo ottimi riscontri da pacchetti sul fine settimana che garantiscono il pernottamento a metà prezzo il venerdì».

Le gare di sci in calendario sono in sospeso fino all’ultimo e così le presenze in hotel: «Le scuole di sci stanno rimandando le prenotazioni e i gruppi si stanno evidentemente muovendo verso altre mete, finché non arriva un po’ di neve», spiega Massimo Ferrari dell’Albergo Aurora di Castione della Presolana.

La stagione finora è stata salvata da cofanetti regalo e offerte su Booking.com: «Mancano i gruppi organizzati, ma finora famiglie e coppie hanno scelto ancora la Presolana per i fine settimana, complici le offerte – spiega Cristian Messa, presidente del Consorzio Albergatori e Operatori Turistici Cooraltur-Presolana Holidays -. Oltre ai pacchetti proposti direttamente dal Consorzio, con 2 pernottamenti in mezza pensione e 3 giorni di skipass a 140 euro a persona incluso il transfer dall’aeroporto, molti sfruttano cofanetti regalo e colgono offerte last minute on line».

Si confida nel calendario di manifestazioni sportive: «Speriamo di riuscire ad organizzare i campionati regionali al Pora e quelli studenteschi provinciali – continua Messa -. Purtroppo queste ed altre manifestazioni in programma sono a rischio senza neve». In calo le presenze straniere: «Senza cime innevate la classica settimana bianca organizzata dai turisti provenienti dal Nord Europa è a rischio; i nostri alberghi registrano solo qualche presenza sporadica». Per Carnevale l’interesse è alto: «Riceviamo richieste per i prossimi fine settimana e per Carnevale l’interesse non manca – continua Messa -. Il 90% dei turisti è rappresentato da famiglie che portano i bimbi a divertirsi sulla neve e tra pista di bob e uno dei più apprezzati campi scuola, il nostro comprensorio continua a mantenere il suo appeal. Mancano gli appassionati di discesa, finché non arriva la neve».

Le cose non van meglio in alta Val Brembana. A Foppolo Gianfranco Invernizzi dell’Hotel Des Alpes segna un calo del 40 per cento delle prenotazioni: «Tra disdette e rinvii, le presenze latitano. Dipende tutto dal meteo e dalla neve: l’interesse c’è ma non c’è turismo con il comprensorio sciistico ridotto. A Capodanno abbiamo lavorato bene, ma Natale è stato disastroso. Ora non resta che attendere e sperare: le richieste sono buone, in linea con lo scorso anno. La clientela abituale ha rinviato le ferie in attesa della neve. Speriamo in un Carnevale sugli sci».

Anche a Schilpario, meta per gli appassionati di sci nordico, la stagione soffre: «È da tre anni che a Natale manca la neve e la stagione è sempre più corta – commenta Claudio Agoni dell’Albergo Pineta, nonché sindaco del comune scalvino -. Mancano quasi totalmente la clientela di passaggio e il turismo giornaliero. La pista di fondo sta tenendo e gli appassionati di sci nordico continuano a scegliere la nostra località, ma gli sforzi di puntare anche su discesa e sci alpinismo sono vanificati dall’assenza di neve in quota. Si è fatto davvero tutto il possibile per salvare la stagione e sostenere i costi dell’innevamento artificiale, ma gli sforzi non bastano per compensare l’assenza di neve».

Anche le temperature gelide non aiutano a far decollare, anche se in grande ritardo, la stagione: «I costi di gestione e riscaldamento sono alle stelle e i turisti non amano muoversi con temperature sottozero – continua Agoni -. Organizziamo gare per invogliare il turismo giornaliero, proponiamo pacchetti di offerte, ma senza neve è tutto più difficile».

Se la stagione invernale finora è da dimenticare, sono alte le aspettative per l’inaugurazione del Museo dei Mezzi Militari della Seconda Guerra Mondiale, che promette di trasformare in una meta Schilpario: «Nell’ottica di destagionalizzare il turismo e di ritagliarsi una nicchia, a breve inaugureremo 6mila metri quadri di esposizione di mezzi militari collezionati da Silvano Bettineschi – continua il sindaco di Schilpario -. Un vero e proprio arsenale che sarà custodito in un grande capannone di proprietà del Comune e che assieme al vicino Museo delle Miniere potrà rappresentare un polo di attrazione turistica».




«Abolire i voucher? Manca un’alternativa. I sindacati non girino la testa dall’altra parte»

In vista del referendum voluto dalla Cgil per l’abrogazione dei voucher, Enrico Betti, responsabile dell’area Lavoro e Sindacale dell’Ascom di Bergamo e presidente degli enti bilaterali territoriali del Commercio e del Turismo, fa il punto su uno strumento adottato da molte imprese del terziario. I voucher rispondono di fatto ad un’esigenza del mercato del lavoro che non ha trovato strumenti alternativi sul fronte della contrattazione sindacale. La soluzione, secondo Betti, potrebbe passare da una rimodulazione del part-time in risposta alle esigenze aziendali, uno strumento più efficace dei tanto invocati mini-job tedeschi, che hanno portato in realtà ad un’ulteriore segmentazione del mercato. «Sempre che il sindacato non giri, come ha fatto finora, la testa dall’altra parte».

Si avvicina il referendum sui voucher lavoro. Potrebbe venir meno uno strumento  largamente impiegato anche nel terziario e nei servizi. Quali sono le aspettative del settore?

Enrico Betti
Enrico Betti

«I voucher sono necessari al mercato del lavoro. Il referendum rappresenta un’inutile inversione ad “u” su uno strumento largamente impiegato. È una questione puramente politica interrogarsi sulla necessità di abolire i voucher, che non risponde certo alle reali esigenze del mercato del lavoro. Tanto che gli stessi sindacati ne han fatto largamente uso. I dati Inps evidenziano come rappresentino fenomeni tutt’altro che isolati: la Cgil ha investito nel 2016 750mila euro in voucher e la Cisl ne ha utilizzati per 1 milione e mezzo di euro lo scorso anno».

Eppure i voucher sono additati dai sindacati come il male del mercato del lavoro…

«Il ricorso ai voucher non è dettato dalla propensione dell’impresa a cercare sotterfugi o escamotage, ma di fatto sopperisce all’assenza di regolamentazioni contrattuali adeguate a gestire picchi di lavoro o a tamponare esigenze organizzative che le imprese del commercio, del turismo e dei servizi si trovano ad affrontare in determinati momenti dell’anno o in certe fasce orarie».

Portano ad un’ulteriore segmentazione di un mercato – già stretto – come quello del lavoro?

«Solo una minima parte di chi lavora a voucher raggiunge il tetto dei 7mila euro, con il risultato che questo sistema a ticket porta ad un’ulteriore parcellizzazione del mercato. I dati illustrati dall’Inps nel settembre scorso nel Working Papers evidenziano come in un anno ogni percettore di voucher riscuota fino a 64 voucher in media. Siamo quindi ben lontani dal tetto massimo di 200 voucher che ogni datore di lavoro può utilizzare. Il risultato di questo meccanismo è una continua turnazione dei lavoratori anche per attività che non sono discontinue, come l’impiego di addetti alla vendita nel commercio».

Quale è invece il campo di applicazione d’elezione dei voucher ?

«I voucher andrebbero ricondotti nell’ambito originario per cui se ne scelse l’adozione, ossia in campo agricolo, per ovviare a grosse lacune a livello contrattuale. È stata invece snaturata l’idea di Marco Biagi, che attraverso i voucher voleva normare la raccolta per la vendemmia o altre attività stagionali su cui pesava l’ombra del caporalato».

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Da un lato c’è stata una distorsione e un abuso dei voucher, dall’altro mancano evidentemente alternative valide. Come si esce da questa situazione?

«Non possiamo esimerci dal prendere atto di una carenza nella capacità di contrattare con i sindacati una formula alternativa che riesca a rispondere alle esigenze del datore di lavoro. Si potrebbe ripartire, ad esempio, da una rivisitazione del part-time. I sindacati non accettano però il confronto su questi argomenti. Non è possibile intavolare discussioni e valutare nuovi strumenti contrattuali se i sindacati girano la testa dall’altra parte e continuano a riproporre modelli contrattuali di stampo fordista che potevano continuare a funzionare solo fino a quarant’anni fa».

Ad oggi, in assenza di una flessibilità su part time, quali sono le formule alternative a voucher?

«Il contratto a chiamata ha rappresentato per anni un modo di ricondurre nella contrattazione aziendale il lavoro precario o a tempo, gestendo in un certo – seppur instabile – equilibrio la necessità di flessibilità d’impresa. Ma questa formula è stata di fatto cannibalizzata negli ultimi anni dai voucher. E l’utilizzo dei voucher per mansioni non discontinue come l’attività di vendita nel commercio non aiuta la crescita professionale degli addetti, pur rispondendo ad un’esigenza contingente aziendale. Il rischio futuro è di disperdere la professionalità di ogni mansione per cui i voucher vengono impiegati».

Quale potrebbe essere il modello di riferimento? Molti invocano il mini-job tedesco. Cosa ne pensa?

«I mini job tedeschi hanno permesso alla Germania di avere buoni dati occupazionali. Ma il modello tedesco che molti suggeriscono che l’Italia debba imitare ha portato sì al miracolo occupazionale del Jobwunder, ma di contro ha creato una forte segmentazione del mercato, con milioni di persone costrette a svolgere uno o più mini-job. Il contratto prevede 15 ore di lavoro settimanali con una retribuzione massima di 450 euro al mese. Il nostro part-time prevede un minimo di 16 ore settimanali e, una sua rivisitazione più flessibile e rispondente alle esigenze aziendali, potrebbe essere un buon punto da cui ripartire, nell’ambito però di una stabilizzazione del mercato e di una crescita professionale degli addetti».




Ascom, ok al nuovo statuto. Malvestiti: «Via libera ad una rappresentanza più ampia»

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Il tavolo che ha illustrato la revisione dello statuto. Da sinistra Giovanni Zambonelli (vicepresidente), Oscar Fusini (direttore), Paolo Malvestiti (presidente), Riccardo Martinelli (vicepresidente). L’approvazione è stata ratificata dal notaio Giovanni Vacirca

Un nuovo nome – Ascom Bergamo Confcommercio Imprese per l’Italia al posto di Associazione degli esercenti e dei commercianti della Provincia di Bergamo – e una rappresentanza più ampia, che allarga il settore dei servizi e si estende alle professioni. Sono gli elementi salienti del nuovo Statuto dell’Ascom, approvato quest’oggi all’unanimità dall’assemblea straordinaria, nella sede di via Borgo Palazzo 137.

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Paolo Malvestiti

Tra le pieghe degli articoli c’è però anche la profonda consapevolezza di doversi dotare degli strumenti più adatti a muoversi in uno scenario in continua evoluzione. «Oggi – ha ricordato il presidente Paolo Malvestiti – siamo al passaggio finale di un percorso che ha visto l’approvazione della bozza di Statuto prima nel Consiglio direttivo convocato lo scorso mese di ottobre e di seguito nel Consiglio delle categorie di fine 2016».

«Le modifiche proposte non rappresentano un passaggio formale e dovuto – ha evidenziato – di adeguamento alla carta statuaria di Confcommercio Imprese per l’Italia che, dal 2009 al 2014, ha completamente modificato il sistema dei principi e dei valori della Confederazione. E non è nemmeno una semplice revisione dell’ordinamento della nostra Associazione. L’ultima modifica dello Statuto fu fatta quasi vent’anni fa, quando furono apportare delle semplici variazioni. La revisione di oggi ricorda invece quella profonda operata nel 1956, più di 60 anni fa. Eravamo nel periodo del boom economico ed era necessario, a dieci anni dalla nascita di Ascom, regolamentare la partecipazione alla vita associativa degli iscritti che stavano assistendo all’affermarsi del moderno commercio che poi ha caratterizzato i decenni successivi».

Oggi si è perciò di fronte ad un nuovo cambiamento “epocale”, «accelerato dalla situazione di crisi verificatasi soprattutto sul versante dei consumi tradizionali». «Con il nuovo Statuto intendiamo da una parte tracciare in maniera nuova il senso di identità e la partecipazione dei nostri associati alla vita dell’organizzazione – ha spiegato il presidente -. Dall’altra, attraverso l’utilizzo dei codici etici confederali, garantirne la sopravvivenza e lo sviluppo a lungo termine»

La maggiore novità è data dall’estensione della rappresentanza all’ambito dei servizi alle imprese e alle persone, coinvolgendo il sistema delle professioni, il che proietta la tutela dell’organizzazione verso un numero sempre crescente di imprese e professionisti. «Dentro questa apertura vogliamo superare sia la tradizionale separazione settoriale tra commercio, turismo e servizi ponendo al centro l’impresa e i suoi bisogni – ha proseguito Malvestiti -, sia i confini provinciali dettati da una logica amministrativa in senso stretto, pur mantenendo la nostra forte radice nel territorio bergamasco».

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L’approvazione del nuovo Statuto rappresenta quindi per l’Associazione un momento significativo nel processo di cambiamento e di evoluzione. «È un passaggio coordinato e sinergico volto al potenziamento dei servizi verso i soci, alla politica di avvicinamento al territorio e di innovazione nella rappresentanza. Motivazioni queste che hanno sostenuto la nostra Associazione nel recente e significativo investimento di ristrutturazione della sede centrale di Bergamo», ha concluso Malvestiti.




Enti Bilaterali, Betti (Ascom) presidente. «Per il 2017 stanziamo 500mila euro a favore di lavoratori e imprese»

Enrico Betti e Maurizio Regazzoni
Enrico Betti e Maurizio Regazzoni

Cambio al vertice e cariche rinnovate per l’Ente Bilaterale territoriale del Terziario e quello degli Alberghi e dei Pubblici esercizi di Bergamo. L’assemblea riunita ieri nella sede di via Borgo Palazzo 137 in città ha eletto alla presidenza di entrambi gli organismi paritetici, per il quadriennio 2017-2020, Enrico Betti, responsabile dell’area Politiche del Lavoro dell’Ascom. Secondo la prevista alternanza degli incarichi tra rappresentanti del sindacato e dell’impresa, Betti succede a Lorenzo Agazzi (Filcams-Cgil) e sarà affiancato da Maurizio Regazzoni, segretario generale Uiltucs-Uil Bergamo, eletto vicepresidente.

Il nuovo mandato conferma e rafforza la linea degli enti disegnata in questi anni, volta a sostenere i lavoratori e le aziende del commercio, del turismo e dei servizi di fronte a scenari economici e di mercato sempre difficili e in costante evoluzione. I due enti oggi contano complessivamente 5mila aziende aderenti e oltre 20mila lavoratori, un’ampia platea per la quale mettono a disposizione sussidi, agevolazioni, interventi di promozione della formazione, dell’occupazione, facilitazioni per la gestione e lo sviluppo d’impresa.

«Per il 2017 – annuncia Betti – metteremo sul piatto circa 500mila euro per supportare lavoratori e imprese, proseguiremo inoltre nel percorso condiviso con gli enti nazionali per mantenere ed incrementare i sussidi ed i sostegni. Sul piano organizzativo, invece, è stata approvata la scelta di dotarci di un codice etico».

Intanto il vicepresidente Regazzoni ribadisce il valore della bilateralità. «Gli enti proseguiranno nel loro compito di coniugare le esigenze delle parti al di sopra dei ruoli sociali, ricercare sempre nuove opportunità per sviluppare azioni rivolte sia ai lavoratori sia alle imprese». «Con la propria posizione sopra le parti e la loro complessità politica, sociale ed economica – aggiunge il presidente uscente Agazzi – gli enti bilaterali rappresentano un vero e proprio patrimonio per il mondo del lavoro e delle imprese. In questi anni i nostri due organismi provinciali sono stati capaci di crescere e rinnovarsi per interpretare sempre al meglio il proprio ruolo».

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Betti e Regazzoni con il presidente uscente Lorenzo Agazzi

Accanto a Betti e Regazzoni, nel Consiglio direttivo dell’Ente bilaterale territoriale del Terziario sono stati eletti Mario Colleoni (Filcams-Cgil), Alberto Citerio (Fisascat-Cisl), Jacopo Descovich (Ascom – Negozi Pellizzari Srl) e Alessandra Bergamo (Ascom – Mediamarket). L’Assemblea è invece composta da Betti, Regazzoni, Colleoni e Citerio.

Il Comitato esecutivo dell’Ente bilaterale degli Alberghi e dei Pubblici esercizi è completato da Giovanni Zambonelli (Faiat), Giorgio Beltrami (Fipe), Alberto Citerio (Fisascat-Cisl) e Mario Colleoni (Filcams-Cgil). Componenti supplenti sono Mauro Rossi, Giovanni Barghi, Francesca Bassi e Maria Teresa Vavassori. L’Assemblea è costituita da Betti, Regazzoni, Bassi, Barghi, Zambonelli, Luisa Mangiarulo, Beltrami, Colleoni, Aronne Mangili, Citerio, Vavassori e Alessandro Dalle Fusine.

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