Situazione critica per Turismo Bergamo. L’ente di promozione, partecipato da Camera di Commercio e Provincia, entrambe al 45%, Comune di Bergamo al 9% e altri soci, tra Consorzi di area e Diocesi, è in difficoltà a causa della Provincia che, nel 2014, ha fatto arrivare nelle casse di Turismo Bergamo solo 75 mila euro dei 375 mila euro previsti dalla quota consortile.
Ciò ha indotto l’Assemblea di soci a chiedere un sacrificio ai lavoratori. Tra le ipotesi ventilate, la riduzione dello stipendio tra il 10% e il 20%. Un’ipotesi che però non ha convinto tutti i dipendenti, che hanno chiesto l’intervento dei sindacati. Il primo incontri si è svolto martedì pomeriggio nella sede dell’ Ascom e vi hanno preso parte il management di Turismo Bergamo e i rappresentanti di Cisl Fisascat. «Dopo l’incontro, stiamo valutando la possibilità della cassa integrazione – spiega Luigi Trigona, presidente di Turismo Bergamo -. E’ importante che l’Ente continui a lavorare ora che siamo alle soglie di Expo. Le decisioni definitive verranno prese dopo l’Esposizione Universale». «I conti devono tornare, perché c’è di mezzo la sopravvivenza dell’ente – conclude il presidente -. Abbiamo delle ipotesi di risparmi che non riguarderanno solo il personale ma che toccheranno anche altri fronti. I licenziamenti saranno la soluzione finale, l’estrema ratio».