Dopo la Brexit e l’elezione di Donald Trump, abbiamo capito che è meglio ignorare i sondaggisti e affidarsi paradossalmente alla legge di Murphy: se le cose possono andare male, allora andranno male. Si, sono negativa e pessimista. E spero davvero di sbagliarmi. Intanto voto per posta, ma mi preparo ad un altro risultato deludente sul fronte elettorale. L’Europa guarda all’Italia e si aspetta un’altra ondata di cattive notizie. E non mi riferisco al fatto che la vittoria del no possa spodestare Matteo Renzi dallo scranno da primo ministro. Mi riferisco invece al timore, molto più esteso, che l’Italia venga travolta da un’ondata populista e si avvii verso l’uscita dall’Unione Europea. A volte chi guarda le cose da lontano le vede con più chiarezza. Da Londra, questa possibilità spaventa ma guadagna anche terreno. Quel che è singolare è che le cause di questo pronostico nefasto non hanno molto a che fare con il referendum. E se vi state chiedendo se le cose qui a Londra siano peggiorate dopo la Brexit, la risposta è semplice ed è affermativa.
Ma veniamo all’Italia. Dall’entrata in circolazione dell’euro, la produttività italiana è scesa del 5 per cento, mentre in Francia, Germania e Inghilterra è salita del dieci per cento. Dopo la crisi dell’eurozona, iniziata nel 2010 e proseguita fino alla fine del 2012, le misure di austerità e controllo imposte dalla cancelliera Angela Merkel – che guarda caso non gode di grande popolarità in Italia e nei paesi europei con economie deboli – hanno scatenato un’ondata di populismo in tutta Europa, con la brutta faccia di Nigel Farage in Inghilterra, quella più fotogenica di Marie Le Pen in Francia, e con ben tre facce in Italia: il Movimento Cinque Stelle, la Lega Nord e pure Forza Italia, che da quando Berlusconi è stato mandato a casa nel 2011, ha manifestato un forte sentimento anti Merkel ed anti euro. Sappiamo poi che in democrazia l’opposizione, prima o poi, va al potere. E se Renzi perde il referendum si potrebbe dimettere, aprendo il varco ad un altro momento di instabilità politica ed economica. Perché mai gli investitori stranieri dovrebbero investire in Italia? Qui dove sono io, dove si pensava che la Brexit non sarebbe mai accaduta, invece ci siamo svegliati il 24 giugno sotto choc, e non si sa ancora a che cosa andiamo incontro. Non stupirebbe quindi vedere uno o più Paesi lasciare l’eurozona. E se fossi uno scommettitore, punterei i miei soldi sull’Italia. Non lo sono, e mi limito a riporre le mie speranze su attese ragionevoli.