Via Quarenghi, chiudono i cinesi e tornano ad aprire gli italiani
Il commercio cinese arretra proprio là dove ha iniziato la sua espansione a Bergamo all’inizio degli anni Novanta, in Via Quarenghi, ridisegnando insegna dopo insegna il quartiere. Negli ultimi due anni si sono abbassate per sempre le saracinesche di diverse attività cinesi. La chiusura più recente è stata quella del supermercato asiatico Hong Kong – a due passi dalla Farmacia Frizzi- che ha gettato la spugna a pochi mesi dall’apertura. Nei locali un tempo sede della Profumeria Dipra ha chiuso da circa sei mesi un negozio di abbigliamento cinese. Anche il negozio a fianco è desolatamente vuoto da quando ha abbandonato il mercato il servizio di Money Transfer. Procedendo lungo la via, verso l’incrocio con Via San Giorgio, non mancano altri locali chiusi e sfitti, un tempo sede di attività italiane, molte storiche come la Goielleria Colombelli, chiusa nel 2012, il negozio di arredamento Rampinelli, il timbrificio…
Al civico 52 ha chiuso un mini market cinese e il negozio d’abbigliamento – sempre con gli occhi a mandorla- di fronte all’angolo con Via San Giorgio, al civico 39, ha deciso di trasferirvi la sua attività, riducendo probabilmente anche l’affitto oltre che la metratura.
Non mancano, di contro, i bergamaschi pronti ad investire nella via e a cogliere la sfida della convivenza con quasi 40 etnie diverse residenti. Davanti ad un espresso e ad un libro nascono occasioni di incontro e confronto, si sfidano pregiudizi e si procede a piccoli passi verso l’integrazione. Con orgoglio la micro-torrefazione e caffetteria Bugan Coffee Lab- inaugurata dal campione dell’espresso Maurizio Valli – e la libreria Incrocio Quarenghi, entrambi locali freschi di apertura nel nuovo palazzo al civico 32, sono più che soddisfatti della scelta di vivere in un quartiere aperto al mondo. «Non abbiamo il bancone proprio per non mettere una barriera architettonica tra barista e clienti- spiega Andrea Magrini tra un’arabica Etiopia e una El Salvador tostate nel laboratorio a vista-. Le occasioni di incontro e confronto non mancano: i cinesi chiedono un cappuccino d’asporto perché non staccano mai dal lavoro, e il caffè che arriva dall’altro mondo crea nuovi argomenti di conversazione, dagli africani ad altri stranieri. Noi cerchiamo di promuovere una cultura dell’espresso: non tutti apprezzano, ma per molti è uno stimolo a conoscere meglio il lavoro che sta dietro ad una tazzina. Spesso però sono gli stranieri a sembrare più empatici e aperti».
La libreria Incrocio Quarenghi è un crogiolo di proposte, idee e culture, dai corsi di lingue orientali- dall’hindi all’arabo, dal cinese al giapponese- ai laboratori di origami, agli scaffali organizzati per zone geografiche per farsi a colpo d’occhio un viaggio in giro per il mondo. Si entra in negozio addirittura con la bici e la si parcheggia nella rastrelliera, i bambini si possono spiaggiare sul tatami, si può leggere il giornale, curiosare tra volumi, concedersi un caffè o un pasticcino e persino lavorare sfruttando il wi-fi. «Ho scelto Via Quarenghi perché, oltre ad essere una via di passaggio, rappresenta una via di accesso ad una Bergamo meno paludata e chiusa. Questa strada non è affatto un Bronx e sarebbe bello vederla frequentare di più, vedere i bergamaschi apprezzare una via più colorata. La libreria è nata con l’obiettivo di creare un punto di aggregazione, un luogo dove ospitare attività diverse e anche un gruppo di lettura» spiega Monica Morzenti, che ha trasformato in realtà il sogno di aprire una libreria indipendente. «La libreria è frequentata sia da italiani che da stranieri, oltre che da molti bambini. E spiace dirlo ma i bimbi stranieri sono spesso più educati e gentili dei nostri. Sarebbe meraviglioso integrare le attività commerciali italiane con quelle etniche» continua la titolare della libreria. L’apertura al mondo e alle diverse etnie che popolano la via passa anche attraverso l’arte, alimentata dai continui stimoli dal confronto con altre culture. A dicembre l’artista Giovanni Bianchini, originario di Viareggio, ha inaugurato il suo “aTelier” al 42/c: « L’idea di aprire in Via Quarenghi è nata a Parigi a Belleville, un quartiere alternativo pieno di vita. Ho scelto questa via perché è l’unico angolo davvero multietnico della città. Il mio studio si affaccia su un cortile colorato, con abiti appesi di diverse fogge e colori, provenienti da tutto il mondo. E’ una via stimolante: basta uscire a fare due passi per incontrare in pochi metri il mondo, diversi sapori e odori, colori e culture. La via è senz’altro una fonte d’ispirazione, come lo è anche il mercato del lunedì, una vera istituzione». A Bergamo per amore, con un passato da grafico a Milano, Bianchini ha deciso di costruire il suo futuro d’artista a suon di sacrifici, dividendosi tra l’impiego come operaio metalmeccanico alla Dalmine e il lavoro a sculture, installazioni e progetti. «I miei turni di lavoro sono essi stessi una fonte di arricchimento e ispirazione, perché è proprio in fabbrica, un’altra realtà multiculturale, che ho deciso di dedicarmi all’arte». Il suo è uno sguardo al viaggio da una prospettiva nuova e diversa. «Il nomadismo per me è un vero stato d’animo. Ho sempre lavorato sul tema della migrazione, sulle opere e sull’arte che viaggia, arrivando ad impaccare una Matiz con il progetto “Autodesiderante” e di lanciarla in tour per tutta la Germania.
Le stesse sculture “Open.aperture” esposte presso la Basilica di Santa Maria Maggiore aprono al mondo fino alle serre dove gli stranieri raccolgono pomodori». Le occasioni di incontro e confronto culturale non mancano e dove non ci sono si creano: «La Galleria d’arte africana, che purtroppo ha chiuso da poco, ha esposto le mie opere, al ristorante pakistano mangio a tutte le ore e faccio la spesa nei market cinesi. Come del resto vado al macrobiotico, bevo il caffè alla microtorrefazione e vado in libreria. E’ una via che amo moltissimo e che non cambierei per nulla, senza contare che siamo in pieno centro e a due passi dalla stazione». Diverse sono le nuove aperture nel primo tratto di Via Quarenghi, partendo dall’incrocio con Via Zambonate. Ha aperto da qualche mese Mitzi, l’atelier di Mitzi Micalef, artista affermata nella moda, con lavori per importanti stilisti, da Ferrè a Gattinoni, da Rocco Barocco a Renato Balestra, che dipinge a mano tessuti e crea nuove fantasie, dalla seta a tessuti hi-tech. Fresca di apertura, la boutique di intimo “Milena” che cattura l’attenzione con slip confezionati come cup-cake e un allestimento originale, inaugurata a novembre da Milena Monorchio. «Sono soddisfatta della scelta fatta e dell’inaugurazione di botteghe e negozi di qualità. Credo che Via Quarenghi vada incentivata e promossa. Il passaggio, grazie anche ai negozi di alimentari, non manca ma la via potrebbe essere decisamente più animata. E si potrebbero molto migliorare illuminazione e arredo urbano». Negli ultimi anni hanno aperto anche altre attività. Un anno fa Chiara Presciani ha inaugurato, al civico 9, con l’ormai inseparabile macchina da cucire, il suo negozio. “Chiara P.” è una bottega di creatività e oggettistica che trasforma idee e pensieri in disegni, vestiti, complementi d’arredo, dagli abitini per bebè a complementi d’arredo.
Da due anni esatti la via è la sede di Spaccio Carni, storico negozio di Piazza Pontida che ha scelto di trasferire qui l’attività di famiglia. «Siamo più che soddisfatti del nuovo negozio che lavora molto grazie anche all’orario continuato dalle 8 alle 20 e l’apertura domenicale dichiara Andrea Pedroni – . Certo trovare parcheggio è davvero un’impresa e purtroppo i vigili non sono mai clementi».